Giovedì 25 Aprile 2024

Morin, la sveglia dell’ultracentenario Ci salveremo con l’imprevedibilità

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Ha superato i cent’anni, ma ha lo spirito e la verve di un ventenne. In un pamphlet di 80 paginette ci incita: Svegliamoci! È il filosofo Edgar Morin, classe 1921, francese per nascita, cittadino del mondo per impegno intellettuale. Con uno sguardo alla Francia e uno al pianeta, in quattro brevi capitoli analizza la crisi del nostro tempo: partiti di sinistra senza bussola, democrazia appannata, sconvolgimento ecologico. Che cosa li ha prodotti? Una crisi del pensiero, dice Morin, derivata in primis dalla frammentazione delle conoscenze. Aderiamo a una concezione lineare del divenire, crediamo che il futuro sia prevedibile, confidiamo nel calcolo, rigettiamo l’imprevisto e tutto ciò che per sua natura è incalcolabile, per esempio i sentimenti. La nostra mente è dominata da concetti unilaterali, non sappiamo cogliere "le ambivalenze, le ambiguità, le contraddizioni del progresso scientifico, tecnologico ed economico". A una somma di pensieri parziali e semplificatori occorre sostituirne altri che consentano di distinguere e mediare fra concezioni divergenti o antagonistiche.

La posizione dell’uomo nel mondo è molto mutata: oggi giova una politica che badi all’ecologia, si opponga all’onnipotenza del profitto, dia spazio a una scuola laica e umanistica. Un motivo di speranza? La creatività della mente umana. Se riusciamo a distruggere il pianeta, potremo fors’anche risistemarlo…

Giuseppina La Face

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