Giovedì 25 Aprile 2024

Morellino di Scansano, la tecnologia difende l'uva dai parassiti

Computer, micro sensori e droni: ecco il progetto per ridurre l'uso dei pesticidi sul Morellino di Scansano, cui si affianca un protocollo per eliminare i solfiti.

Foto: robertharding - TIM GRAHAM/Olycom

Foto: robertharding - TIM GRAHAM/Olycom

Se parliamo di vino, un ruolo determinante viene giocato dalla qualità della terra su cui crescono le viti e dalla purezza dell'aria che le circonda. Per questo in Toscana è in corso un progetto che sfrutta la tecnologia per ridurre l'uso di pesticidi: computer e droni si prendono cioè cura del Morellino di Scansano.
TECNOLOGIA DAL BASSO: I MICROSENSORI
Il concetto base è di lavorare sulla diagnostica precoce delle malattie, in modo da intervenire con i fitofarmaci solo se è veramente necessario e solo là dove serve. Per passare dalle intenzioni ai fatti occorre monitorare costantemente la salute delle vigne ed è qui che interviene la tecnologia. Sono stati infatti distribuiti in modo capillare dei computer grandi come una carta di credito collegati a micro sensori capaci di rilevare in tempo reale l'insorgere di malattie dei vitigni, il grado di stress della vite e anche i tempi di maturazione dell'uva.
TECNOLOGIA DALL'ALTO: IL DRONE
Il lavoro a terra è supportato dai dati raccolti con un particolare tipo di drone, chiamato Phenodrone, dotato di sensori molto potenti e impiegato per realizzare una mappatura dal'alto delle malattie e fisiopatie del vigneto.
IL PASSO SUCCESSIVO
Contestualmente alla cura dei vigneti, il progetto affianca anche un secondo passaggio, che si svolte in cantina, quando l'uva è stata raccolta. In questo caso lo scopo è eliminare l'aggiunta di solfiti che vengono utilizzati per prevenire l'ossidazione. L'idea è di realizzare una cella per la disidratazione all'interno della quale seguire il cosiddetto Purovino, protocollo già sperimentato in California nella produzione di vino senza solfiti. 
A BRACCETTO CON L'UNIVERSITÀ
Purovino è una patente internazionale di Fabio Mencarelli, professore ordinario del dipartimento per l'innovazione dei sistemi biologici, agroalimentari e forestali dell'Università della Tuscia di Viterbo. E appartiene all'Università anche il Phenodrone che vola sulle vigne del Morellino.
CHI GESTISCE IL PROGETTO
La capofila è la Cantina Cooperativa Vignaioli del Morellino, cui si aggiungono le cantine Fattoria Mantellassi, Fratelli Bruni e Montauto. Questi produttori collaborano su più fronti: con l'Università della Tuscia di Viterbo per quanto riguarda gli aspetti tecnologici e informatici, con il Consorzio del Morellino di Scansano per quanto riguarda la comunicazione e con la Regione Toscana per assorbire una parte degli investimenti (la Regione ha stanziato 3,5 milioni dei quasi 8 milioni di euro necessari).
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