Mercoledì 24 Aprile 2024

Monuments Men. "Io, la cacciatrice dell’arte rubata"

Anna Bottinelli, 32 anni, da Firenze agli Usa: presidente della fondazione che ha l'obiettivo di mantenere viva la memoria sullo specialissimo corpo paramilitare

Una scena del film Monuments Men (2014), diretto e interpretato da George Clooney

Una scena del film Monuments Men (2014), diretto e interpretato da George Clooney

Firenze, 8 dicembre 2019 - Il grande pubblico li conosce grazie a George Clooney e al film che ha diretto e interpretato nel 2014. Il suo fascino per esaltare le gesta dei Monuments Men, intrepido drappello di studiosi e storici dell’arte anglo-americani che, attraversando l’Europa al seguito delle truppe alleate, cercò di salvare i capolavori dall’ingordigia dei nazisti e dalla furia delle bombe. Sulle loro gesta è nata nel 2007 la Monuments Men Foundation for the Preservation of Art, istituzione mondiale che opera con l’obiettivo di ricercare e restituire ai paesi proprietari le opere trafugate durante la guerra e mantenere viva la memoria sull’operato dello specialissimo corpo paramilitare. "Per 10 anni abbiamo rintracciato tutti i Monuments Men e Women sopravvissuti, raccolto materiale di archivio e composto biografie su ognuno di loro – spiega Anna Bottinelli, 32 anni, prima italiana nominata alla guida della realtà americana –. La Fondazione è riuscita a far sì che i Monuments Men e Women ricevessero la Congressional Gold Medal, il riconoscimento civile più alto consegnato dalla Casa Bianca. Ora ci occupiamo principalmente di continuare la missione dei Monuments Men, ritrovare le opere mancanti – ad oggi centinaia di migliaia – e restituirle ai legittimi proprietari".

Com’è accaduto per il Vaso di fiori di Jan van Huysum della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, portato via dai soldati tedeschi nell’aprile del ’43 e tornato a casa, nella sua Firenze? "Sì, sono fiorentina (sorride, ndr). Ero nella Sala Bianca della reggia dei Medici quando il Vaso di Fiori è stato riconsegnato nel luglio scorso: è stato surreale vedere per la prima volta a colori un’opera che avevo imparato a conoscere solo in bianco e nero. Il ruolo della Fondazione è stato quello di sensibilizzare il mondo attraverso i libri di Robert Edsel (in particolare Missione Italia, che includeva un elenco con immagini delle principali opere d’arte mancanti tra cui l’opera di van Huysum) e la nostra serie investigativa Caccia ai Tesori di Hitler, che ha dedicato un intero episodio agli eventi bellici in Italia, raccontando il caso Van Huysum".

A proposito di film, ci sarà il sequel di Monuments Men? "Se intende un film ispirato a Missione Italia di Edsel, autore del saggio storico da cui è tratta la sceneggiatura del film di Clooney, fondatore ed ex presidente della Fondazione, la risposta è ’sì’. È una storia troppo affascinante per non farne una sceneggiatura".

Edsel è l’uomo con il quale si è sposata... "Ho conosciuto Robert nel 2010, sono stati tanti i momenti importanti che abbiamo condiviso. Restituire opere d’arte andate disperse per oltre settant’anni, vedere gli occhi commossi di chi le riceve e sapere di aver avuto un piccolo, ma importante ruolo nel completare la missione dei Monuments Men è sempre motivo di grande orgoglio ed emozione. Nel 2013, per esempio, abbiamo restituito otto libri datati XVI e XVII secolo alla biblioteca dell’Università di Napoli. Da italiana, quella restituzione ha avuto un significato ancora più speciale".

Quanti Monuments Men sopravvivono oggi? "Tre, due uomini e una donna, tutti negli Stati Uniti. Io ho avuto modo di incontrarne quattro, ma tra i racconti di Robert, che ne ha conosciuti ventuno, e i rapporti stretti con i loro familiari, mi sembra di averne conosciuti tantissimi di più".

Tra gli italiani figurano papa Montini (all’epoca monsignore) e gli storici dell’arte e dirigenti dei Beni culturali tra cui Roberto Siviero, Pasquale Rotondi e un giovanissimo Carlo Giulio Argan, poi sindaco di Roma. "L’Italia ha avuto i propri eroi: i Monuments Men arrivarono in Italia nel 1943, ma i soprintendenti italiani già dal 1940 si erano adoperati per rimuovere dai centri abitati il maggior numero di opere d’arte e mettere in sicurezza quelle opere che non potevano essere spostate. Purtroppo la loro memoria e quella di tanti altri era stata fino a pochi anni fa dimenticata". 

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