Giovedì 18 Aprile 2024

Monica Vitti è Teresa La modernità di un mito

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di Ilaria Amato

No, Monica Vitti non morirà mai, semplicemente perché non può morire chi già è immortale. Una cosa necessaria da fare però dopo la sua scomparsa è celebrarla per tramandarne la conoscenza, soprattutto ai più giovani. Quando scompaiono i grandi ci sono diversi modi per affrontarne la perdita: spesso ci si concentra sul ricordo, altre volte sull’importanza dell’artista, altre ancora sull’eredità. Nel caso di Maria Luisa Ceciarelli, che divenne Monica Vitti ciò che rimane è una modernità abbagliante, quasi incredibile considerando gli anni trascorsi e la rivoluzione avvenuta negli ultimi trent’anni. Eppure basta poco – un’immagine o un vecchio manifesto – per rimanere folgorati dal volto senza tempo dell’attrice, tanto che se andate a rivedervi i poster di Modesty Blaise – La bellissima che uccide, tratto dalle strisce di Peter O’Donnell, la Vitti sembra addirittura più giovane e moderna della Black Widow di Scarlett Johansson. Possibile? Sì. E che dire dell’alienazione di Antonioni e dei monologhi di Deserto rosso? Non parlano forse di oggi?

"Ma perché devo avere sempre bisogno degli altri? Io devo essere cretina. Sai cosa vorrei? Tutte le persone che mi hanno voluto bene, averle qui attorno a me come un muro". Sapeva essere bellissima e poi enigmatica, misteriosa, tormentata, ma ad un certo punto ecco la maschera comica, irregolare, quasi chapliniana con quella romanità meravigliosa che rendeva lo splendore ancora più evidente e la rendeva una donna ancora più autentica. Proprio per questo nella serata di oggi dell’Hot Corn Summer Festival, il festival in scena a Roma fino al 28 giugno, sul Lungotevere, il film che abbiamo scelto di mostrare al pubblico è Teresa la ladra di Carlo Di Palma che, per chi non sarà al festival, è visibile gratis su CHILI inquadrando il QR qui sotto. Girato nel 1973, il film è tratto da Memorie di una ladra, romanzo pubblicato da Dacia Maraini un anno prima e ispirato a una detenuta conosciuta dalla scrittrice nel 1969 in un’inchiesta sulla condizione delle carceri femminili italiane.

La Vitti interpreta Teresa Numa in Nardecchia, figlia di un contadino del Lazio, vedova di guerra e madre costretta a rubare per vivere. Due ore di cinema in cui la Vitti è affiancata da Stefano Satta Flores, Carlo Delle Piane e da un giovane Michele Placido in un viaggio in bilico tra dramma e commedia. "Era venuto Natale, era venuto Capodanno, era venuta la Befana, poi Ferragosto. Oramai avevo capito che Tonino non m’aveva mai voluto bene. Dice, e come mai c’hai messo tanto tempo Terè? Eh, ci ho messo tanto perché uno cerca de morì il più tardi possibile".

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