Molto sesso, siamo liberi: ma fino a che punto? Una commedia elettrica tra umorismo e realtà

Molto sesso, siamo liberi: ma fino a che punto?   Una  commedia elettrica tra umorismo e realtà

Molto sesso, siamo liberi: ma fino a che punto? Una commedia elettrica tra umorismo e realtà

Questa è una commedia elettrica sull’inquietudine, e anche la paura, generate dalla differenza in questi tempi aperti e chiusi: siamo liberi, più che liberi, nella sessualità, ma subito qualcuno mette dubbi, veti e divieti; ci ritroviamo in società e comunità multietniche, ma incombe il sospetto, la minaccia, il delinquente. Commedia elettrica, però a basso voltaggio: ciascun personaggio è ostinato nelle sue scelte, torna e ritorna, fedele ai propri bisogni, a cercare quel che desidera. L’amore è cieco, e folle, e tutto il resto, così a Clermont-Ferrand, epitome delle province d’Europa, ma con accento sociologico francese, il più giovane Méderic s’innamora della prostituta di mezz’età Isadora (Lvovsky magnificamente tenera e sfacciata), sposata a un marito condiscendente verso i clienti, ma geloso e violento nel caso dell’amore. Dunque, l’innamorato, la passeggiatrice. E l’arabo? È il punto di fuga nelle incrinate certezze del nostro presente, inquina il melò, disturba lo sguardo piccolo borghese.

Dal regista del premiato “Lo sconosciuto del lago“, anche qui capace di dislocare le sue figure in ambienti-prigioni di apparente normalità (il condominio) è un film sul desiderio dove un percepibile spostamento dei personaggi dal piano di realtà genera umorismo e... un sacco di realtà.

Silvio Danese

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