Inventata la molecola che immagazzina l'energia solare per quasi vent'anni

Dalla Svezia arriva un liquido che trattiene l'energia solare per molti anni, per poi essere utilizzata quando serve

(Foto: Rost-9D/iStock)

(Foto: Rost-9D/iStock)

Un team di ricercatori della Chalmers University of Technology, in Svezia, sta facendo continui passi avanti nello sviluppo di una molecola capace di immagazzinare a lungo l'energia solare, al fine di poterla utilizzare anche a distanza di anni. La tecnologia di stoccaggio annessa, chiamata Molecular Solar Thermal Storage (MOST) potrebbe trovare impiego in futuro nell'ambito del riscaldamento domestico. CHE COS'È Si tratta di una sostanza composta da carbonio, idrogeno e azoto, che quando viene colpita dalla luce del sole cambia conformazione, diventando un isomero ricco di energia. L'isomero non è altro che la molecola di partenza (ci sono sempre il carbonio, l'idrogeno e l'azoto), ma "arrangiata" in modo diverso: in questo caso si presenta in forma liquida, è può essere conservato a temperatura ambiente per un tempo massimo di 18 anni. MOLECOLA RICICLABILE La molecola ha visto la luce circa un anno fa, ma ora, in un articolo pubblicato sulla rivista Energy and Environmental Science, si apprende che il lavoro dei ricercatori ha fatto un sostanzioso passo avanti, che potrebbe aprire la strada all'applicazione commerciale. L'equipe ha infatti individuato un catalizzatore che favorisce il rilascio di energia, innescando una reazione che alza la temperatura del liquido di 63 gradi centigradi. Una volta che l'energia è stata liberata, la molecola torna alla sua conformazione originale, pronta per essere riutilizzata. RISCALDAMENTO DOMESTICO Per imprigionare l'energia all'interno della molecola, gli scienziati hanno progettato un sistema detto Molecular Solar Thermal Storage (MOST), che cattura le radiazioni luminose grazie a un collettore solare posizionato sul tetto dell'edificio. Il liquido sosta successivamente in un serbatoio a temperatura ambiente, dal quale viene prelevato e convogliato verso il catalizzatore quando si vuole riscaldare la casa. Il tutto senza produrre emissioni. L'obiettivo dei ricercatori è di portare la tecnologia sul mercato entro 10 anni: per riuscirci, il progetto deve però essere ottimizzato, spingendo inoltre il riscaldamento del liquido da 63 a 110 gradi centigradi.
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