Venerdì 19 Aprile 2024

Mogol e i segreti delle sue canzoni: "Vi svelo chi è la bimba dalle bionde trecce"

Il Maestro racconta i retroscena di quei versi entrati nella storia della musica italiana. "I capelli verderame? Nessuna licenza poetica, solo un errore"

Mogol, 85 anni

Mogol, 85 anni

“La ragazza della Canzone del Sole si chiama Titti. Solo che aveva sei anni e io cinque. È stata il primo amore della mia vita. Ma non l’ha mai saputo…”. Mogol ha 85 anni e molte meravigliose avventure alle spalle. Autore leggendario al servizio della melodia, ha appena scritto per l’editore Minerva un libro pazzesco. “Oltre le parole. Antologia commentata” mette in fila, con tanto di spiegazione dei contenuti, sessanta clamorosi successi del Maestro. “Ma non è una classifica - si affretta a spiegare Mogol - Io amo tutto il mio lavoro”.

Però ha dovuto fare delle scelte.

“Ferma un attimo: curerò altri volumi. Ne ho scritte talmente tante, di canzoni! Non farò figli e figliastri”.

Ne compone ancora?

“Recentemente ho preparato un testo per il Papa. Si chiama I colori del mondo. Io ho una ammirazione profonda per Francesco”.

L’ha incontrato?

"Sì, assieme a un gruppo di persone. È stato commovente".

Tra l’altro avete in comune la sensibilità per il tema dell’ambiente.

“Verissimo. Io evocavo l’ecologia nelle mie canzoni già cinquanta anni fa. Pensavo che solo rimettendo la natura al centro di tutto il mondo si sarebbe salvato”.

Un profeta.

“Quasi. Sa, sono cresciuto facendo il bagno nel fiume Ticino. Coglievo già allora la devastazione prodotta dall’inquinamento. Potevo fare qualcosa con i miei versi e l’ho fatto”.

Anche con gesti simbolici come il viaggio a cavallo da Milano a Roma con Battisti.

“Cosa abbia rappresentato Lucio per me lo sanno tutti. Ho scritto versi per tanti artisti, tutti bravissimi. Ma con lui c’era qualcosa di speciale, qualcosa in più “.

È vero che quando lei non trovava la parola giusta per chiudere una rima lui la aiutava in un modo originale?

“Beh, come racconto nel libro Lucio mi diceva: infilaci questa parolaccia! E poi rideva”.

Funzionava?

“Lei dice che ha funzionato?”

Eccome. Ma vorrei tornare alla Titti della Canzone del sole…

“Ero innamorato perso di quella bambina. Avevo cinque anni e immaginavo di sposarla. Parlo di lei anche nel brano Il Salame, che è nell’album di Lucio intitolato Anima Latina”.

Davvero non l’ha mai rivista?

“Mai. Se sta ancora al mondo, ha 86 anni! Nella Canzone del Sole io suppongo di ritrovarla adulta, da lì il verso ‘cosa vuol dire sono una donna ormai’. Nei miei racconti si intrecciano sempre realtà e fantasia”.

E chi sarebbe invece l’amore israelita citato in Pensieri e Parole?

“Si chiamava Sharon”.

Vorrei saperne di più.

“Da ragazzo i miei mi mandarono a studiare la lingua a Londra. Lì conobbi questa fantastica signorina ebrea. Le piacevo, lei mi piaceva. Ma non le dissi che ero cattolico, lei lo scoprì e mi disse: bugiardo è finita, come canta magistralmente Lucio nel pezzo”.

Mogol, a 85 anni riesce ancora ad immaginare il futuro?

“Certo. Non riesco più a correre ma vado in palestra. Faccio il presidente della SIAE e difendo il diritto d’autore dalla prepotenza delle grandi piattaforme digitali. La creatività va protetta dallo sfruttamento. E ho anche un altro chiodo fisso”.

Sentiamo.

“Mi batto per promuovere la prevenzione a livello sanitario. Uno stile di vita sano può aiutare ad evitare tante forme di malattia. Pensi solo alle tante forme di tumore figlie dell’inquinamento!”

Maestro, me la toglie un’ultima curiosità?

“Sono qui apposta”.

Ma che diavolo significa il verso “non piangere salame dai capelli verderame” che appare in Eppure mi son scordato di te?

“Potrei rispondere che è una licenza poetica e invece è proprio un errore. Stavo in un vigneto e i contadini stavano dando il verderame alle viti. Volevo scrivere dai capelli rossorame, mi sono confuso e in fondo con i capelli verderame ho inventato una tendenza punk con una decina d’anni di anticipo…”

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