Modello lockdown, tutte rasoterra. Le donne rinnegano il tacco dodici

Secondo una ricerca di mercato dimezzate le vendite delle scarpe eleganti. E gli stilisti si adeguano

Le quattro protagoniste del serial Sex and the city, sempre rigorosamente sui tacchi

Le quattro protagoniste del serial Sex and the city, sempre rigorosamente sui tacchi

Insieme al rossetto e alla spensieratezza il Covid si è portato via i tacchi. Vi capiterà una delle prossime mattine. Aprirete la scarpiera, guarderete con nostalgia la zeppa e lo stiletto e uscirete con le sneaker. Andrebbero bene anche le pantofole. Meglio ancora scalze. Non si va in guerra sul piedistallo. Nemmeno a fare la spesa. Una volta sì, ma ci credevamo Marilyn. Come lei eravamo convinte che dai dieci centimetri in su una donna diventasse più sexy e sicura.

Portavamo dal podologo un catalogo di deformazioni, promettendo di non farlo mai più. E il giorno dopo risalivamo sul trespolo, svettanti nel fisico e nell’umore. Un anno di semi reclusione ha corretto accenni di alluce valgo e addomesticato l’arco plantare. E forse cambiato per sempre le nostre abitudini. Anche là in fondo non siamo più le stesse. Abbiamo capito che se i trampoli fossero davvero stupendi gli uomini rinuncerebbero al mocassino.

Rare le eccezioni. Melania Trump non ha mai smesso. Il vicequestore Lolita Lobosco lo fa per destabilizzare colleghi e pubblico televisivo, ma è pura finzione. Ora dicono che Ariana Grande sia tornata a volare sui dodici centimetri dei sandali Versace. Abbiamo visto Katie Holmes e Dua Lipa recuperare un paio di spanne rispetto al lungo sonno della pandemia. Ma il Wall Street Journal ci vede lungo: esibizionismi da star e influencer, le altre continuano a procedere rasoterra. Cifre alla mano, gli esperti del settore prevedono un futuro barcollante per il tacco. Come segnala il gruppo di ricerche di mercato Npd, nel 2020 le vendite si sono dimezzate (e per forza, senza un luogo in cui andare o un immaginario da accendere). Ma anche l’eventuale ripresa del 2021 potrebbe essere inavvertibile, la mistica della seduzione da rivedere.

I feticisti dovranno farsene una ragione: poche donne sono disposte a tornare a soffrire in cambio di qualche centimetro di autostima, chi ci prova scende appena può per ragioni di comodità e per un ripensamento più ampio. Sono in tante oggi a considerare il tacco un simbolo di repressione, l’equivalente del corsetto d’antan. Il testa il vicepresidente americano Kamala Harris, che non rinuncia alle Converse nemmeno nelle occasioni ufficiali. Altezza, postura, falcata: un’inutile tirannia, acrobazia da film pornografico. La stilista Maria Cornejo ci prova e include nella collezione del prossimo autunno ragionevoli tacchi a blocco, ma quasi scusandosi: "Tutte vogliamo tirarci su". Gli altri big hanno già cambiato rotta, persino Christian Louboutin provoca con sandali a suola piatta, benché rossa.

Forse si tratta solo di riprendere l’allenamento e il filo di un rapporto di amore e odio. Giuseppe Zanotti, guru delle calzature di lusso, invita a fidarsi solo di chi costruisce scarpe con calcoli da ingegnere: il piede deve reggere il corpo su un equilibrio bilanciato, bisogna procedere come con i ponti. Le gratificazioni torneranno poco alla volta. "L’espressione di una donna con i tacchi è diversa da una che li ha tolti" avverte Sarah Jessica Parker, che in Sex and the city non rinunciava al piedistallo nemmeno nei primi piani. Senza dimenticare cosa pensano gli antropologi: con il tacco le gambe diventano lunghe e sottili come nella tarda adolescenza e le natiche vengono sollevate di 2030 gradi risultando più attraenti. Davanti alla scarpiera la scelta sarà dura.

 

 

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