Mercoledì 24 Aprile 2024

Prada sceglie il fur-free. Stop alle pellicce animali dal 2020

Miuccia Prada: "La ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi consentirà di esplorare nuove frontiere della creatività". Plauso delle associazioni FFA, LAV e The Humane Society of the United States

Patrizio Bertelli, ceo di Prada, e la stilista Miuccia Prada (Ansa)

Patrizio Bertelli, ceo di Prada, e la stilista Miuccia Prada (Ansa)

Milano, 22 maggio 2019 - Ancora una news in fatto di pellicce, dopo tanti anni di collezioni e di mantelli lussuosi di tutti i colori e di tutti gli intarsi ad arte sempre molto copiati, il Gruppo Prada oggi comunica che, a partire dalle collezioni Donna Primavera/Estate 2020, non utilizzerà più pellicce animali nella realizzazione di nuovi prodotti. Una decisione importante ed etica che fa di Prada un capofila di un nuovo uso delle materie prime nella moda. Già Gucci ha preso la stessa decisione tempo fa, ma è Giorgio Armani che ha fatto sua, per primo, la via saggia alle pellicce ecologiche o provenienti dalla catena alimentare dimostrando una grande sensibilità verso gli animali. Lo stock di Prada continuerà a essere oggetto di vendita fino ad esaurimento.

L'annuncio è diffuso in collaborazione con la Fur Free Alliance (FFA), il network che riunisce più di 50 organizzazioni che si battono per la protezione degli animali in oltre 40 paesi, ed è frutto di un dialogo positivo intercorso tra il Gruppo, i membri di FFA, LAV e The Humane Society of the United States. "L’innovazione e la responsabilità sociale sono parte dei valori fondanti del Gruppo Prada e la decisione di sottoscrivere la politica fur-free - frutto di un dialogo costruttivo con Fur Free Alliance e in particolare con LAV e con The Humane Society of the United States - rappresenta un importante traguardo nell’ambito di questo nostro impegno”, dice Miuccia Prada. "La ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi consentirà all’azienda di esplorare nuove frontiere della creatività e di rispondere, allo stesso tempo, alla domanda di prodotti più responsabili".

Da parte sua dopo tante importanti battaglie Fur Free Alliance si congratula con il Gruppo Prada per la sua svolta fur-free, come spiega Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance. "Il Gruppo e i suoi brand si aggiungono a un elenco sempre più lungo di marchi fur-free che testimonia un nuovo approccio dei consumatori nei confronti degli animali". “La decisione del Gruppo Prada di adottare una politica fur-free è coerente con una nuova idea di lusso più etico e sostenibile e risponde alle aspettative dei consumatori, oggi più attenti a scegliere prodotti che rispettino l’ambiente e gli animali”, ha affermato Simone Pavesi, manager per LAV dell’area Animal Free Fashion. “Oggi, uno dei più grandi gruppi nel settore del lusso è diventato un player importante in materia di rispetto degli animali e di innovazione, a vantaggio delle generazioni future”, ha dichiarato PJ Smith, direttore della fashion policy presso The Humane Society of the United States. Brigit Oele, program-manager della Fur Free Alliance conferma che il dialogo con il Gruppo Prada è iniziato poco più di un anno fa, e si è tradotto nell’adozione, in tempi rapidissimi, della politica fur-free da parte dell’azienda. Il Fur Free Retailer Program coinvolge 1.000 aziende, a riprova del grande slancio che il movimento sta rapidamente acquisendo. "Ritengo estremamente improbabile che la pelliccia torni mai a essere considerata un trend accettabile. Questo per gli animali è un grande giorno!", conclude Oele.