Venerdì 19 Aprile 2024

Mistero risolto (forse). Ecco cosa ha causato la fine di una grande città Maya

Perché la potente Tikal fu abbandonata nel nono secolo? Secondo uno studio, fu colpa delle riserve di acqua contaminate da mercurio e alghe azzurre

L'antica città Maya di Tikal

L'antica città Maya di Tikal

La grande città oggi nota come Tikal, nel nord del Guatemala, era la capitale di uno dei regni più potenti della civiltà Maya. Tuttavia, dalla metà del nono secolo gli abitanti la abbandonarono e cadde rapidamente in disgrazia. Cosa causò la fine della prosperosa Tikal è un mistero sul quale gli studiosi moderni si arrovellano da un secolo, ma i ricercatori della University of Cincinnati sono convinti di avere trovato la risposta: a dare il colpo di grazia alla città furono le riserve di acqua contaminate. L'approvvigionamento di acqua era una questione complessa per Tikal e il suo tallone di Achille. Non aveva accesso diretto a fiumi o laghi e la falda freatica si trovava troppo in profondità per potervi attingere con le tecnologie di allora. L'unica fonte erano le cisterne sotterranee che raccoglievano l'acqua durante la stagione delle piogge e sostentavano gli abitanti per tutto il resto dell'anno. Tuttavia, fra l'820 e l'870 si verificarono lunghi periodi di siccità, che combinati alla sovrappopolazione e al degrado ambientale (deforestazione, erosione, eccetera) misero in ginocchio la città. Questa è l'ipotesi più accreditata per spiegare il collasso di Tikal, ma secondo il team della University of Cincinnati c'è dell'altro. Analizzando i sedimenti di dieci cisterne in vari punti della città, hanno scoperto – soprattutto in quelle vicine al tempio e al palazzo principali – livelli tossici di inquinamento. In particolare hanno rilevato un'elevata presenza di mercurio, che probabilmente veniva dai pigmenti di cinabro che i Maya utilizzavano per pitturare pareti e oggetti di artigianato, e che venivano lentamente disciolti dalle piogge filtrando nelle riserve idriche. Sono state individuate inoltre tracce di cianobatteri, le cosiddette "alghe azzurre" che producono sostanze nocive che resistono anche all'ebollizione. A un certo punto quindi l'unica acqua disponibile a Tikal doveva essere diventata così sgradevole alla vista e al gusto, oltre che pericolosa per la salute, che gli abitanti smisero di berla. Come dice lo studio, pubblicato su Scientific Reports: "La trasformazione delle riserve centrali di Tikal da fonte di vita a fonte di malattia ha contribuito sia praticamente che simbolicamente all'abbandono di questa magnifica città".

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