Roma, 9 giugno 2025 – Un gruppo di studiosi giapponesi ha messo le fusa dei gatti in correlazione con specifiche varianti genetiche, approfondendo la conoscenza di uno dei comportamenti più affascinanti e misteriosi dei felini di casa.
Osservati 280 gatti domestici
Pubblicato sulla rivista scientifica PLOS One, lo studio è stato guidato dalla biologa Yume Okamoto dell'Università di Kyoto e ha coinvolto 280 gatti domestici, dei quali sono stati raccolti dati sia genetici sia comportamentali, basandosi ovviamente anche sulle osservazioni dei proprietari.
Dopo una prima analisi, l’attenzione si è concentrata su uno specifico gene per la recezione degli androgeni, riscontrando che i felini con una versione ‘corta’ di questo gene fanno le fusa più spesso rispetto a quelli che presentano invece una versione ‘lunga’. Nei gatti maschi la variante corta è stata inoltre associata a una maggiore vocalizzazione nei confronti degli esseri umani: secondo gli esperti, questa osservazione suggerisce che la lunghezza del gene influenza il comportamento vocale dei gatti, ma è anche potenzialmente modulato dagli effetti del testosterone, l’ormone tipico maschile.
La genetica influenzata dall’addomesticamento?
Per indagare le origini evolutive di questa variazione genetica, i ricercatori hanno quindi analizzato lo stesso gene in 11 diverse specie di gatti: la forma lunga è risultata una prerogativa soprattutto di quelli di razza pura, selezionati e allevati dall’uomo, mentre le specie selvatiche più vicine ai felini domestici – come per esempio il gatto pescatore (Prionailurus viverrinus) e il gatto leopardo (Prionailurus bengalensis) – ne sono risultate prive.
Tutte queste osservazioni hanno fatto supporre agli scienziati giapponesi che l’avere un gene per la recezione degli androgeni più lungo sia collegato con l’addomesticamento, condizione in cui serve meno stabilire un contatto, mentre i gatti con un gene più ‘corto’ – quindi maggiormente predisposti al fare le fusa – hanno di fatto conservato una caratteristica ancestrale, utile per la sopravvivenza e la socializzazione tra felini.
La scoperta degli scienziati giapponesi si inserisce in un più ampio filone di studi che cercano di comprendere il significato delle fusa, un comportamento ancora parzialmente enigmatico. Come ben sanno i proprietari, le fusa sono infatti spesso associate a momenti di relax o richiesta di attenzioni, ma alcuni gatti le producono anche quando sono feriti o malati, lasciando aperta l’ipotesi che l’emissione del noto “ronzio” possa anche avere una qualche funzione connessa con l’autoguarigione.