Mercoledì 17 Aprile 2024

Minestrone e classi sociali: era l’Italia del 1958

La Generazione Z “teletrasportata“ nel passato di Fanfani e “Volare“ . Per il Collegio di Raidue, al via martedì, una delle sfide più ardue

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di Silvia Gigli

Cervella e minestrone, pappa al pomodoro, niente caffè. Bisogna andare in bagno prima delle lezioni, tenere le mani dietro la schiena. Benvenuti nel Collegio Regina Margherita di Anagni, anno di grazia 1958. Benvenuti alla settima edizione del docu-reality che appassiona i teen ager e le loro famiglie, ovvero Il Collegio, firmato Rai con Banijay Italia. La nuova edizione parte con un con un doppio appuntamento: il 18 e il 19 ottobre alle 21.20 su Raidue. Dalle settimane successive l’appuntamento sarà una volta a settimana, il martedì. In tutto, 8 puntate.

Quest’anno il salto temporale è grande e ardito. E tante saranno le novità: cambio di “cast“ per i docenti, unici superstiti l’amatissimo prof di italiano Andrea Maggi e il preside Bosisio; cambio di voce narrante: saranno infatti i racconti di Nino Frassica – non più di Giancarlo Magalli – a fare da trait d’union per introdurre di volta in volta la nostra Generazione Z in una parte importante della storia di quegli anni e per riassumere le varie situazioni: rapporti con gli insegnanti, diversi momenti di tensione e ilarità, attimi di passione (pare che nasca un grande amore).

"Non è stato facile per i ragazzi accettare il cibo povero, le divise e la separazione delle classi (medie e scuole di avviamento) – spiega il capo autore e ideatore Luca Busso – e, ovviamente, è stato difficilissimo dare l’addio ai loro adorati telefonini. Ma i nostri giovani hanno resistito più a lungo di quanto prevedessimo. Abbiamo notato una progressiva maturazione dei ragazzi e una forte attenzione ai temi della diversità. È evidente che questa generazione ha voglia di confrontarsi: sono adolescenti che parlano molto, che hanno gli occhi aperti sul mondo, molto curiosi e, al contempo, a loro modo ingenui".

Immaginiamo venti ragazzi dai 14 ai 17 anni, catapultati nell’epoca dei nonni, l’anno del boom. Nell’aria c’è ottimismo, voglia di ricostruzione. Nel 1958 viene inaugurato il primo tratto dell’Autostrada del Sole. Nel frattempo Fanfani forma il suo secondo governo (che però cadrà l’anno successivo, logorato dai “franchi tiratori“), muore Papa Pio XII e gli succede Giovanni XXIII, in Francia viene eletto presidente de Gaulle, l’Italia manca il Mondiale. In tv va forte la Canzonissima che vedrà il trionfo dell’Edera di Nilla Pizzi ma a Sanremo vincono Modugno e Volare, tra i più giovani impazzano gli “urlatori“ e la musica di Elvis. Nasce la figura dell’adolescente, che si identifica nella ribellione di Presley, nel twist e nel rock. Il ministro della pubblica istruzione Aldo Moro istituisce l’educazione civica per rendere i giovanissimi cittadini migliori, e la Rai lancia la Telescuola per quelli che vivono in posti privi di docenti e aule. "Il 1958 è un anno in cui la scuola è ancora un privilegio per pochi – spiega il curatore del Collegio Flavio De Giovanni – il che fa riflettere, se pensiamo che oggi molti i ragazzi la vivono come una tortura".

Il 1958 è un anno scelto non a caso e "frutto di mesi e mesi di ricerche tra libri, vecchi giornali e le straordinarie Teche Rai – continua Luca Busso –. È l’anno in cui le industrie hanno una crescita senza precedenti. Ma è anche un momento di svuotamento delle aree rurali. Il boom richiede avvocati, operai e ragionieri. Nel decennio 1948-1958 gli iscritti all’istruzione media raddoppiano e s’incrementa la scuola secondaria, specie quella tecnica e professionale. Restano ancora alti i numeri dell’esclusione: nel 1958 il 65% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni non frequenta alcuna scuola secondaria di primo grado, mentre il 35% residuo è diviso tra scuola media col latino e l’avviamento professionale".

"Un’altra grande novità di questa stagione è la presenza di due sezioni – fa sapere Busso –, per la prima volta i giovani allievi del Collegio sono stati divisi in due classi separate, come all’epoca: la media con il latino e la scuola di avviamento professionale. Una per chi avrebbe continuato gli studi umanistici l’altra chi si sarebbe invece indirizzato subito al lavoro. Fatto che ha molto scosso i ragazzi, ritenendo profondamente ingiusta questa divisione". Buono a sapersi: ancor più insopportabile di cervella e minestrone, grave e inaccettabile forse solo alla stregua della rinuncia al telefonino, per la Gen Z teletrasportata nel ’58 è lo smacco della predestinazione sociale.

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