Martedì 16 Aprile 2024

Il millepiedi più grande mai esistito era lungo come un'auto

È stato scoperto il fossile di un Arthropleura gigante, un millepiedi di oltre 300 milioni di anni fa che raggiungeva la lunghezza di 2,7 metri

La ricostruzione di un Arthropleura

La ricostruzione di un Arthropleura

Se già solo la vista di un millepiedi di pochi centimetri vi disturba, immaginatene uno grande come un'automobile. Durante il Carbonifero, cento milioni di anni prima che i dinosauri dominassero la terra, nel nord dell'Inghilterra viveva un millepiedi gigante lungo 2,7 metri, poco meno di una macchina compatta. Un taglia da record che ne fa non solo il più grande della sua "famiglia", ma anche in assoluto il più grande artropode che si conosca e il più grande invertebrato terrestre che sia mai esistito. Il fossile del bestione, del genere Arthropleura, risale a 326 milioni di anni fa ed è stato scoperto nel 2018 per un colpo di fortuna all'interno di una roccia di arenaria: precipitando da una scogliera su una spiaggia si è spaccata rivelando i resti, notati da un ricercatore dell'Università di Cambridge che stava passeggiando da quelle parti. Non si tratta del fossile di un esemplare completo, quanto di un segmento del corpo lungo 75 centimetri. Ai profani potrebbe sembrare poca cosa, ma costituisce in realtà un ritrovamento notevole, perché i fossili di questi animali sono estremamente rari: finora ne erano stati ritrovati soltanto altri due in Germania, molto più piccoli di questo. La sezione di Arthropleura riportata alla luce in Inghilterra ha permesso di fare una stima delle sue dimensioni, appunto 2,7 metri di lunghezza e 50 chili di peso, e di scoprire nuove informazioni sull'habitat e sull'evoluzione di questi antichissimi millepiedi. In precedenza si pensava che gli Arthropleura vivessero nelle paludi tipiche del Carbonifero, un'era calda e umida, ma questo esemplare indica che invece preferivano le foreste in prossimità della costa. La loro unica zona di diffusione era intorno all'Equatore, dove era ubicata allora l'Inghilterra. Si ipotizzava inoltre che raggiungessero tali enormi dimensioni perché il loro sistema respiratorio poteva sfruttare la maggiore quantità di ossigeno allora presente nell'aria, sostenendo così lo sviluppo del corpo. Tuttavia il fossile è stato rinvenuto in una roccia che risale a un periodo precedente al picco di ossigeno del tardo Carbonifero, nel quale la concentrazione di ossigeno era solo di poco superiore a quella attuale, e quindi questa non può essere l'unica spiegazione. Secondo gli scienziati probabilmente giocava un ruolo chiave anche la dieta: "Non possiamo sapere con certezza cosa mangiassero gli Arthropleura", dice Neil Davies, l'autore principale dello studio sul fossile, "ma allora c'era abbondanza di noci e semi nutrienti nella lettiera di foglie delle foreste, e forse erano anche predatori che si cibavano di altri invertebrati e di piccoli vertebrati come gli anfibi". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Journal of the Geological Society.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro