Mercoledì 24 Aprile 2024

"Mille voci, infiniti ruoli e un solo amore"

Dal duetto con Proietti a ’Freccia nera’, da Sanremo all’ultimo film. "Io, in tv fin da piccola, non ho permesso al lavoro di mangiarmi la vita"

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di Giovanni

Bogani

Una vita nello spettacolo. Fin da quando, bambina, ha iniziato a cantare. Fin da quando ha partecipato ai primi sceneggiati televisivi: aveva dieci anni. Oggi ne ha settanta, ma la stessa adolescenziale allegria.

Risponde al telefono con una voce che è uno squillo, neppure un grammo di verve e di gioia è andato perduto. La possiamo vedere – nel ruolo inedito e quasi dark di una nonna autoritaria, imperiosa – in Glassboy , il film di Samuele Rossi interpretato anche da Giorgio Colangeli e Giorgia Wurth. Ed è appena tornata dal set della fiction Il medico della mala di Cinzia Th Torrini, con Bianca Guaccero e Marco Bocci. Una carriera infinita, iniziata nell’adolescenza.

Eppure, l’adolescenza in realtà lei non l’ha vissuta. Ha iniziato prestissimo a lavorare. "È vero. All’epoca non c’erano tanti bambini che recitassero: per me c’è stato tanto lavoro, anche quando avevo dodici, tredici, quattordici anni. Ho sentito di avere perduto l’adolescenza. Ma è andata benissimo così".

Quando scoccò la scintilla? Quando scattò la molla, il desiderio dello spettacolo in lei?

"Ero malata, avevo l’itterizia, dovevo stare a casa. Ero bambina, ma proprio piccola. Una bambina, in televisione, al Musichiere, cantò un canzone di Renato Rascel. Io non so bene che cosa mi successe: ma capii che volevo stare in quella scatola".

Ha interpretato anche dei ’musicarelli’. Anche Nel sole, il primo film con Albano e Romina…

"Erano gli unici film che mi sentivo di girare: non volevo spogliarmi, e quindi da altri film mi sono tenuta alla larga".

Però ha dato la voce a molte attrici anche in ruoli piuttosto erotici…

"Ahahah! È vero! Io andavo in sala di doppiaggio con la fascetta ai capelli, i calzettoni e i peli che spuntavano dai calzettoni. E doppiavo le voci di Agostina Belli, di Ornella Muti, di Silvia Dionisio, di Mita Medici… A volte erano anche ruoli complessi, come nei film con Ornella Muti: e io, nell’anima, mi sentivo ancora una bambina".

Una bambina che duettava con Gigi Proietti doppiando il canarino Titti, quello di Gatto Silvestro…

"Che risate! Gigi era già adulto, aveva ben venticinque anni! Io vedevo ancora tutto come poco più di un gioco".

Nel 1969 arrivò La freccia nera, lo sceneggiato tv con Aldo Reggiani, e una popolarità immensa.

"Fu la svolta. Avevo diciannove anni, non ero più bambina e non ero ancora donna: quel ruolo, con i capelli corti alla maschietta, era perfetto per me".

Da allora, mezzo secolo di carriera. Come è riuscita a mantenersi sempre al top?

"Grazie alle mie insicurezze. Tanti bambini che lavorano precocemente finiscono presto. Io però non sono mai stata sicura di essere qualcosa di straordinario. E forse proprio questo mi ha salvata".

Lei ha imitato alla perfezione Mina, la Vanoni, Patti Pravo, Milva. Fra le imitatrici di oggi, chi apprezza di più?

"Virginia Raffaele mi piace molto, è bravissima e piena di empatia. Ma anche Paola Cortellesi, Gabriella Germani, Emanuela Aureli. In generale, è un panorama molto più ricco. Ai miei tempi ero sola".

Con l’amore che rapporto ha avuto? Una grande passione, vissuta con Gianni Brezza, dal 1979, e durato 32 anni.

"Prima di Gianni, praticamente non avevo avuto storie importanti. Nessuno riusciva a starmi accanto. Poi è venuto lui.. Mi sono innamorata pazzamente".

Avete anche fatto, insieme, il giro d’Italia in barca a vela…

"Gianni adorava la barca. Vincemmo anche dei premi, in regate nazionali. Sempre noi due, senza marinai. Sono espertissima in vele, nodi, venti! In barca mi sono rotta tutte le dita dei piedi, ma è stato bellissimo. Le notti passate insieme ai delfini, alle orche. La luna piena, nel cielo".

Come vede la tv di oggi?

"Per fortuna, ho trovato un’oasi di pace, che è Tale e quale. Un programma fatto da grandi professionisti, dove si premia veramente il merito. Sono stata testimone del grande talento di Serena Rossi, di Paolo Conticini, di Agostino Penna e di tanti altri. Carlo Conti è un direttore d’orchestra eccezionale, ha i ritmi nella testa, un metronomo interiore, non perde un colpo".

Ha anche presentato Sanremo, nella sua carriera.

"Ci sono riuscita perché quell’anno Pippo Baudo si è distratto per sposare Katia! (ride, ndr). Lui è il più grande animale da palcoscenico della tv. E come tutti i grandi animali da palco, non vuole dividere la ‘carne’ che gli danno" (ride ancora, ndr).

Oggi, con i social, che rapporto ha?

"Inesistente. Non ho Instagram, non ho Twitter, non ho nemmeno Facebook".

Dà la sensazione di preferire la vita alla fama.

"Ed è vero. La vita conta più di tutto. Bisogna avere il coraggio di lasciare il circo, quando rischia di mangiarti viva".

È anche una icona gay, amatissima dalla comunità Lgbt.

"Forse mi hanno sentita genuina, pronta ad amare, senza preclusioni, senza pregiudizi. O forse perché ho amato l’ironia, e sono entrata nella pelle di personaggi di entrambi i sessi".

Che rapporto ha oggi con Maledetta primavera? La ama ancora?

"Ma sì: è stata una grande sfida vinta, quando volevano che cantassi solo sigle tv per bambini. E oggi è stata messa fra le più grandi canzoni italiane, insieme a Volare e a O sole mio. Avrei mai potuto immaginarlo?".

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