Michelangelo, scoperto un autoritratto nascosto nel disegno di Vittoria Colonna

Si tratta di una caricatura conservata al British Museum di Londra

L’autoritratto che Michelangelo potrebbe aver nascosto nel ritratto di Vittoria Colonna

L’autoritratto che Michelangelo potrebbe aver nascosto nel ritratto di Vittoria Colonna

Firenze, 15 marzo 2018 - Michelangelo potrebbe aver nascosto la sua “sagoma” nel ritratto di Vittoria Colonna conservato al British Museum di Londra. Eseguito nel 1525, il disegno dedicato all’ammiratissima amica e poetessa conservato al British Museum di Londra, parrebbe nascondere una caricatura del maestro assoluto del Rinascimento: osservando attentamente i tratti che definiscono le pieghe dell’abito della nobildonna, all’altezza dell’addome, emergerebbe infatti la piccola sagoma di un uomo intento a dipingere. Il Buonarroti medesimo, appunto.

Almeno questo è quanto ipotizza lo studio pubblicato sulla rivista Clinical Anatomy da Deivis de Campos, dell’Università federale di Scienze della salute di Porto Alegre, in Brasile. La figura che sbuca dalle pieghe dell’abito di Vittoria Colonna, appare simile all’autocaricatura che il Buonarroti aveva tratteggiato nel 1509 a lato di un sonetto dedicato all’amico Giovanni da Pistoia: in quel primo schizzo, Michelangelo si era disegnato in posizione eretta, nell’atto di dipingere la Cappella Sistina, mentre nel ritratto di Vittoria Colonna si sarebbe ritratto con il corpo piegato in avanti ad angolo acuto, come se fosse proprio quel Buonarroti in miniatura a dipingere l’intero ritratto. Secondo Deivis de Campos, l’autocaricatura potrebbe essere una “firma” nascosta dell’artista, e potrebbe fornire preziosi indizi riguardo la sua corporatura e lo stato di salute a quel tempo. La scoperta rappresenta un altro passo avanti nella caccia al tesoro che i ricercatori hanno intrapreso per scovare disegni e simboli nascosti nelle opere di Michelangelo. Proprio un anno fa, il gruppo di Deivis de Campos aveva trovato dei simboli pagani che alludono all’anatomia dell’apparato riproduttivo femminile nelle Cappelle Medicee, a Firenze.

Risale invece al 1975, la scoperta di alcuni disegni segreti di Michelangelo - fra cui una figura d’uomo, reclinato e pensoso, dai lineamenti così precisi da sembrare un autoritratto -  in un “loculo” di 7 metri per 2 sotto la sacrestia di San Lorenzo. Corpi aggrovigliati che ricordano i nudi della Cappella Sistina, una testa d’uomo simile al celebre Laocoonte, schizzi che sembrano ripensamenti della postura del David, ipotesi di una possibile Leda e infine il presunto autoritratto,  specchio del suo animo di prigioniero. E in effetti in quello stanzino di due metri per sette, nascosto sotto le Cappelle Medicee, Michelangelo si rifugiò per sfuggire all’ira di Alessandro de’ Medici, che probabilmente lo avrebbe giustiziato. Era l’agosto del 1530 e dopo un lungo assedio, grazie agli Spagnoli la famiglia de’ Medici riprese il potere della città.

 

Da sempre convinto sostenitore della Repubblica Fiorentina, Michelangelo era stato uno dei principali artefici della difesa della città. Basti pensare ai progetti per Forte Belvedere. Buonarroti sapeva bene di correre grossi rischi restando in città. Da qui la decisione di rifugiarsi dal suo amico priore nella basilica di San Lorenzo, sotto a quella Sacrestia Nuova che lui stesso aveva realizzato proprio per le sepolture dei Medici, di cui era stato artista prediletto. Qui, per tre mesi, rimase nascosto, "annusando" da alcune feritorie l’aria che tirava in strada. Durante la lunga prigionia Michelangelo trasformò le pareti del nascondiglio in una specie di grande blocco da disegno, dove annotava pensieri, ricordi, progetti, ipotesi di lavori da fare. Ma quando se ne tornò a Roma, fece imbiancare le pareti, in modo che non restasse traccia del suo rifugio.

 

Solo 34 anni fa, per puro caso durante i lavori al museo, questi disegni vennero alla luce e attribuiti a Michelangelo dall’allora direttore delle Cappelle Medicee, Paolo Dal Poggetto. Il piccolo sotterranneo non è accessibile al pubblico e i disegni di Michelangelo, considerati autografi dagli addetti ai lavori, sono visibili sono in casi eccezionali.

 

 

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