Giovedì 25 Aprile 2024

Mia Ceran si racconta: "Io, donna tra i maschi del calcio"

La conduttrice di 'Quelli che il calcio': "Sono bella? Me lo dicono, ma non ci credo". E sulla sua altezza 'smonta' il web

Mia Ceran (Ansa)

Mia Ceran (Ansa)

Milano, 12 novembre 2018 - Tedesca di nascita e di padre, slava di madre, americana di gioventù, italiana per vocazione. Mia Ceran è questo e altro.

Si rende conto di essere diventata il personaggio televisivo della domenica? "Quelli che il calcio" l’ha consacrata...

"Si figuri, no. Volevo fare la giornalista. Quello era preventivato, il resto no".

Però è accaduto…

"Mi sento aliena nel ruolo. Ma forse mi sbagliavo e sono contenta che sia andata così. Per ora".

Qual è la condizione per farle accettare un programma?

"Il progetto, è determinante. Per questo ho scelto di passare da giornalista seria a un ruolo più leggero, sempre all’interno di una situazione che mi piace..".

Dopo gli inizi (Cnn, Mediaset, La7) la notorietà è venuta con "Millennium", trasmissione di Raitre condotta da tre donne. Come mai accettò?

"La prima conduzione, la prima volta da padrona di casa. Ho capito che la tv è fatta di pause, silenzi, ritmo in una dinamica quasi artigianale. Vista da fuori la conduzione deve essere un lavoro a togliere e non deve sembrare che tu stia facendo fatica".

Al timone di una barca con tre donne… Ha un significato?

"Sono abbastanza laica, non ho mai amato che il programma fosse dipinto così, la verità è che io ho lavorato con altre due colleghe preparatissime e bravissime, Elisabetta Margonari e Marianna Aprile, senza pensare che fossimo tre donne".

Cosa è nato fra voi?

"Una l’ho rivista, l’altra è la mia migliore amica, ma non dico chi".

Accettiamo il gioco: facciamolo con i due suoi compagni di avventura in "Quelli che dopo il Tg" e "Quelli che il calcio", Luca e Paolo. Una loro definizione…

"Eccole, e anche in questo scelga il lettore. Uno è pungente nella migliore accezione del termine, stimolante. Per l’altro faccio più fatica… è più morbido, ecco. Uno è tondo e uno è quadrato".

Quando ha scoperto il suo lato più comico?

"Lo devo alla Gialappa’s. Mi hanno corteggiato e la decisione è stata abbastanza rapida. Pensavano potesse funzionare una persona seria che venisse da un altro mondo. E chi ero io per potere dire di no a quei miti?".

Le hanno chiesto di seguirli a Mediaset?

"Ne abbiamo parlato, ma io ho preferito restare in Rai perché provo orgoglio a lavorare qui".

Veniamo all’altro lato di Mia. Perché l’Italia?

"L’hanno scelta i miei genitori. Fra loro parlano italiano e la casa per le vacanze l’avevamo all’Argentario. In casa abbiamo sempre mangiato italiano, mio padre fa la migliore carbonara che conosca. Quest’amore mi ha fatto scegliere Roma e non sono voluta più tornare in America".

Che cosa ama di questo Paese?

"Tutto. I luoghi, gli amici, la familiarità con la lingua che ho imparato da bambina a casa, la cultura".

Un luogo del cuore?

"Sono molto privata in questo. Per esempio il retro della villetta dei miei amici dove passo le vacanze in Versilia, il loro giardino. Non amo il caos; amo il mare, ma non quello da stabilimento balneare".

Quali sport ama?

"Ho fatto a lungo danza e poi nuoto; mi diverte sperimentare, equitazione, bici...".

E il calcio?

"L’ho imparato per lavoro. Mi piace la dimensione collettiva. La tecnica non mi è mai interessata tanto, ma ho voluto studiare perché sono sempre stata secchiona".

Quale libro ha sul comodino?

"Alterno uno nuovo a un classico. Adesso quello di Rosella Postorino che ha vinto il Campiello, 'Le assaggiatrici'; ma la mia formazione va dalla Yourcenar de L’opera in nero a Calvino, Buzzati".

Va al cinema?

"Meno di quanto vorrei. Amo la commedia, per esempio Compagni di scuola o Amici miei: cerco momenti di relax".

Si trova in questa società?

"Quando mi ci trovo un po’ mi spavento, sono figlia del mio tempo con i tic, le nevrosi".

Sogna?

"Sì, e vivo sogni italiani, come in italiano penso".

La maggiore gioia?

"I momenti di orgoglio di mia madre, i suoi occhi velati di commozione alla mia laurea".

E il massimo dolore?

"Dimenticato per autodifesa". 

L’amore come va?

"Non sono fidanzata però non si è saputo perché sono molto restia a parlare della mia vita privata (e sorride, ndr)".

Un modello di conduttrice?

"Serena Dandini, la stimo moltissimo per la capacità di legare intelligenza, ironia, di domare il circo da complice, non da giudice".

Come vive la sua bellezza?

"Sono bella? Me lo dicono, sì, ma non ci credo. Mi colpisce di più quando una donna mi ferma per dirmi che sono molto simpatica: lo trovo gratificante. La bellezza in sé è effimera, senza l’empatia, la chimica, è soltanto una cosa iconica".

E con l’altezza come la mettiamo?

"Come? Sono 1,73...".

Eppure sul web c’è scritto 1,84...

"Il web il web… sempre quello...".

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