Mercoledì 24 Aprile 2024

Mezzo secolo di Trinità: un mito da museo

L’omaggio nella tenuta del Chianti acquistata dal produttore Italo Zingarelli, che finanziò il film interpretato da Bud Spencer e Terence Hill

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di Andrea Ciappi

CASTELLINA IN CHIANTI (Siena)

Bud Spencer e Terence Hill… Decine di milioni di “visualizzazioni“, si direbbe oggi, dei loro film già all’epoca cult. Generazioni su generazioni che si sono trovate d’accordo – con l’intento di trascorrere un paio d’ore di sana allegria – dinanzi a quelle pellicole: rispettivamente di Carlo Pedersoli e Mario Girotti sono stati una coppia di attori cinematografici italiani attiva dal 1967 al 1985 e ancora per una volta nel 1994. Insieme hanno interpretato insieme 18 film, dei quali 16 come coppia protagonista. Diversi di questi hanno ottenuto incassi clamorosi e alcuni hanno avuto sequel ed epigoni. A entrambi venne assegnato nel 2010 il premio David di Donatello per la carriera.

A molti appassionati e fan interesserà quindi sapere che all’origine di quei capolavori c’è anche un sublime angolo di Chianti Classico senese, in collina, a metà strada tra il piano dello Staggia ed il colle di Castellina. Siamo a Rocca delle Macìe, dove ogni settembre la magia è spremuta anche dalle vigne come accade tutti gli anni con prestigiose produzioni.

Rocca delle Macìe per come la conosciamo oggi, insediata in questo antico borgo, nasce nel 1973, quando Italo Zingarelli, il produttore cinematografico di C’eravamo tanto amati di Ettore Scola, e anche appunto della fortunatissima serie di film con la coppia Bud Spencer e Terence Hill (tra cui Lo chiamavano Trinità..., 1970 e ...continuavano a chiamarlo Trinità, 1971), decise di coronare il suo sogno acquistando la tenuta Le Macìe (93 ettari di cui all’epoca solo due coltivati a vigneto) per dare vita ad un’azienda vitivinicola da “full immersion“ nel Chianti Classico.

Bud Spencer era il nome d’arte di Carlo Pedersoli, scomparso a Roma il 27 giugno 2016 all’età di 86 anni: spesso nei decenni d’oro della sua carriera ara stato alla Rocca da Italo Zingarelli, che oltretutto era suo grande amico. E certi rapporti non si dimenticano. Tanto che fra giovedì e ieri la famiglia Zingarelli ha celebrato il 50° anniversario dell’uscita di Lo chiamavano Trinità...… con l’apertura – a Rocca delle Macìe – della “Galleria Trinità“, dedicata ad Italo ed al “suo“ mondo cinematografico, e con la presentazione di un’edizione limitata di 1970 Magnum di Chianti Classico Gran Selezione per celebrarne il fondatore.

"Contraddistinto dalla sua consueta riservatezza, Terence Hill ha visitato il museo di “Trinità“ e ha espresso la sua grande soddisfazione – afferma Sandra Zingarelli –. Un connubio, quello tra la coppia Spencer-Hill e lo spaghetti-western, che ha segnato la storia del cinema italiano e che si deve alla lungimiranza di nostro padre Italo, che fu capace di leggere in quelle sceneggiature il desiderio di un’Italia che voleva riemergere e ripartire".

Lettura quanto mai attuale. E difatti il presidente di Rocca delle Macìe, Sergio Zingarelli, spiega: "Avevamo deciso di salutare il cinquantesimo con un evento nella nostra tenuta di Castellina in Chianti, già programmato nel 2020, poi bloccato dalla pandemia. Ora, possiamo finalmente farlo con una ritrovata voglia di serenità e di convivialità". Comunque nel pieno rispetto dei protocolli sanitari. Le celebrazioni sono continuate ieri con la proiezione in anteprima della pellicola originale, restaurata in collaborazione con la Cineteca di Bologna.

Con la direzione artistica di Officina Grafica Firenze e aperta al pubblico proprio ieri, è già attiva la “Galleria Trinità“ con i cimeli dei set e foto di scena inedite, che rimarrà a disposizione di tutti i fan irriducibili. E i figli di Italo, Fabio, Sandra e Sergio, già pensano a ulteriori eventi per il prossimo anno.

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