Venerdì 19 Aprile 2024

Il Metropolitan e le opere rubate. Tornano a casa i tesori italiani

New York, recuperati antichi reperti che il museo acquistò illegalmente da un gallerista svizzero. L’ombra della mafia su scavi e ricettazione: 21 oggetti su 27 (valore 10 milioni di dollari) restituiti a Roma

Il Metropolitan di New York è uno dei più grandi musei degli Stati Uniti

Il Metropolitan di New York è uno dei più grandi musei degli Stati Uniti

New York, 4 settembre 2022 - C’è un po’ di Cosa Nostra nei sequestri di opere d’arte antica effettuati nell’ultimo mese al Metropolitan Museum of Art, una delle più importanti istituzioni culturali del mondo sulla Fifth Avenue in quello che viene chiamato il Museum Mile: 1.600 metri lungo Central Park sui quali si specchiano alcune delle gallerie più note del pianeta.

L’operazione che ha portato al sequestro di 27 opere d’arte romane, greche ed egizie per un valore di tredici milioni di dollari è stata coordinata dal procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, a capo di una task force specializzata. I manufatti sono frutto di saccheggi e saranno restituiti la prossima settimana ai Paesi di origine. La maggior parte, 21 per 10 milioni di dollari, sono italiani, alcuni provenienti da furti e scavi clandestini in diverse regioni; il sito più probabile è quello di Selinunte, in Sicilia, dove i tombaroli avrebbero fornito molto del materiale al mercante d’arte Gianfranco Becchina che poi l’ha rivenduto attraverso la sua galleria, la Antike Kunst Palladion di Basilea.

Gli acquisti del Met - secondo la direzione del museo - sarebbero precedenti al 2001 quando in Italia venne aperta un’inchiesta sull’ottantatreenne imprenditore di Castelvetrano (Trapani) attraverso la quale si è scoperto che l’uomo, di origini umili ma molto attivo in diversi campi - olio, cemento, generi alimentari -, avrebbe un legame particolare con la cosca del boss dei boss, il latitante Matteo Messina Denaro che avrebbe lui stesso ordinato affari all’amico. Come quello relativo al Satiro di Mazara il cui furto però non è andato in porto. Non è escluso che anche i proventi delle vendite al Met siano finiti in parte nei conti ancora segreti di Messina Denaro.

Recentemente in Italia a Becchina sono stati sequestrati beni per dieci milioni di euro. Il Met – colpevole di non avere tracciato la provenienza delle opere d’arte esposte – si difende sostenendo che "negli ultimi venti anni i controlli sono stati molto stretti" e che in questo caso si è mosso "non appena le autorità hanno ventilato la provenienza criminosa degli oggetti" fornendo "la più completa collaborazione". Intanto però ha tenuto per anni in mostra oggetti trafugati di un grande valore senza mai controllare la loro provenienza che ora si scopre essere assolutamente illegale. Quelle che torneranno in Italia (e le altre sei in Egitto) sono opere d’arte estremamente interessanti sia dal punto di vista economico sia culturale.

Uno degli oggetti più preziosi è una tazza in terracotta del 470 a.C., valutata 1,2 milioni di dollari, portata direttamente a New York dalla galleria svizzera di Becchina nel 1979, come è stato per una testa di marmo raffigurante la dea greca Atena, risalente al 200 a.C., e una coppia di statue raffiguranti Castore e Polluce, di origine romana, periodo imperiale, e dal valore di 800mila dollari. Un’altra opera, una statuetta di terracotta di una divinità greca risalente al 400 a.C., è un regalo fatto nel 2000 da Robin Symes, un antiquario britannico coinvolto nella vendita di una statua gigante di Afrodite acquistata nel 1998 dal Getty Museum di Los Angeles per 18 milioni di dollari e poi restituita all’Italia nel 2007. La carriera di mercante di Symes è finita prima con una condanna a due anni e ora con una nuova inchiesta che nel 2016 lo ha coinvolto in Italia per una serie di opere d’arte trafugate da noi e ritrovate a Ginevra nei suoi magazzini: fra di loro spiccavano un pezzo di un affresco di Pompei e la testa in marmo di Apollo rubata ai Bagni di Claudio a Roma. Il Metropolitan Museum of Art - due milioni di visitatori nel 2021 - non è nuovo a questi sequestri: in una decina di anni sono stati circa seimila.

 

 

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