Domenica 13 Ottobre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Magazine

Messner giù dagli ottomila: "Non fu il primo"

Il Guinness gli toglie il primato di averli scalati tutti: nel 1985 non avrebbe raggiunto la cima dell’Annapurna. Lui replica: "Sciocchezze"

Messner giù dagli ottomila: "Non fu il primo"

Messner giù dagli ottomila: "Non fu il primo"

Il libro Guinness dei primati toglie a Reinhold Messner la corona di re degli ottomila. Non sarebbe stato lui ad aver scalato per primo tutti i 14 ottomila, secondo quanto sostiene Eberhard Jurgalsky, lo statistico tedesco dell’alpinismo che coordina il blog 8000ers.com. Nella nuova classifica, il primo della lista non è Reinhold Messner, ma l’americano Ed Viesturs, che le avrebbe salite tra il 1989 e il 2005. Sia lui che il secondo in classifica, il finlandese Veikka Gustafsson, hanno completato la sfida senza ossigeno. Al terzo posto il nepalese Nirmal “Nims“ Purja, che però perde il record di velocità stabilito con il suo ‘Project Possible‘.

Il re degli ottomila è infastidito. "Sciocchezze – replica Messner – In primis non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla. Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi quaranta anni, se qualcuno è salito sull’Annapurna di certo siamo stati io e Hans Kammerlander". Da notare che Messner sostanzialmente non escluse la la storia dei cinque metri parlando nel 2021 con il New York Times. "Se dicono che forse sull’Annapurna son giunto cinque metri sotto la vera vetta, da qualche parte su quel lungo crinale – sostenne – sono totalmente ok". Ma la questione pare di lana caprina. "La cresta sommitale principale – spiega l’inglese Mark Horel autore del miglior blog sull’Everest, montagna che ha scalato – è lunga 320 metri. Contiene otto cime che differiscono di soli 26 metri. La parte più alta della cresta contiene sei cime che differiscono di soli otto metri di altitudine. Le due cime più alte, distanti 40 metri, sono più o meno della stessa altezza. Purtroppo Messner non ha raggiunto nessuno dei due punti più alti. Si fermò all’incrocio delle tre creste principali, cinque metri verticali sotto la prima delle cime. Nel 1985 – prosegue – non c’era però una risposta definitiva a quale fosse il più alto. E poi, ha qualche importanza essersi fermato a cinque metri dalla vetta?"

Per chi ha scalato un picco oltre i cinquemila metri, è questione risibile. Basta aver raggiunto la cresta sommitale. Comunque, se il criterio fosse ragionieristico pure Viesturs dovrebbe essere detronizzato.

"Abbiamo scelto – scrive infatti Viesturs nel suo libro Himalayan quest descrivendo l’ascensione al Kangchenjunga, uno degli ottomila – di non compiere gli ultimi passi verso l’attuale vetta, considerata sacra per gli abitanti delle valli circostanti. Avremmo potuto raggiungerla in un minuto, ma la gente del posto ci ha chiesto di non disturbare quella zona e abbiamo rispettato i loro desideri". Chi la fa, l’aspetti.