Venerdì 19 Aprile 2024

"Meno confusa, più felice" Carmen mamma rockstar

La Consoli torna con i dieci nuovi brani dell’album “Armonie numeriche“ "L’altra sera ho cantato per Battiato: ho sentito arrivare dall’alto un bacio"

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di Andrea Spinelli

Il cappuccio della penna Bic impugnata nella foto scattata sui banchi di scuola è sbocconcellato. "Sono una mancina corretta e quello è un segno della costrizione di dover imparare a scrivere con la mano destra" racconta Carmen Consoli, 47 anni ("ma dentro di me vivono due donne di 23 e mezzo"), commentando lo scatto di copertina di Volevo fare la rockstar nono capitolo di una discografia varata nell’ormai lontano ’96.

"Sfondare nel mondo dello spettacolo è il sogno della bambina di quarant’anni fa, che fuori dal rassicurante ambito familiare scopriva l’esistenza di due Italie distinte: quella settentrionale di mamma, veneta, e quella meridionale di papà, catanese, unendo polenta e caponata. Al Nord c’era il terrorismo mentre al Sud avevamo le faide e grande era l’impressione nel vedere quei corpi a terra coperti dal lenzuolo bianco. Per non impaurirmi, papà diceva che si trattava di signori a cui era venuto un colpo di sonno e io ci credevo perché la mia era una famiglia di sognatori e pure io respiravo col cuore". Per Carmen il rock era uno di questi sospiri.

La folgorazione? Elvis Presley. "Papà mi regalò Flaming Star e da quel momento nel mio mangiacassette non ci fu posto per altra musica; quando scoprii che Elvis era già morto da un pezzo, piansi due giorni". Prodotto dall’ex Denovo Toni Carbone e dal fido chitarrista Massimo Roccaforte, l’album è un viaggio onirico in 10 canzoni in cui Armonie numeriche è una lettera a papà ("la mattina del mio compleanno, venti giorni fa, mi sono svegliata con addosso l’odore del suo dopobarba, ho pensato che fosse venuto in sonno a farmi gli auguri"), Mago magone racconta invece quegli imbonitori che parlano alla pancia della gente, confezionando nemici e speculando sulla paura (ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente voluto).

"Potendo tornare indietro nel tempo, non riavvolgerei la pellicola oltre la nascita di mio figlio Carlo", 8 anni fa, spiega. "Senza di lui, infatti, non riuscirei più a vedere il mondo con questo cuore". La voce si rompe, per un attimo, quando Carmen parla di Franco Battiato. "Mi mancheranno la sua generosità e la sua ironia. Martedì a Verona ho interpretato la nostra Tutto l’universo obbedisce all’amore nella tonalità ‘maschile’ che mi aveva suggerito lui, due toni e mezzo sotto la mia. Mi sono fidata, è andata bene. E alla fine ho sentito arrivare dall’alto come un piccolo bacio. Quando ormai sul punto di lasciarci padre Guidalberto Bormolini gli ha chiesto se fosse pronto, lui ha risposto di sì perché nella vita aveva fatto tutto e quindi moriva da vivo. Un giorno vorrei poter dire altrettanto".

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