Sabato 26 Aprile 2025
REDAZIONE MAGAZINE

Medioevo a sorpresa: spuntano i manoscritti con le copertine in pelle di foca

Sono stati identificati da un gruppo di studiosi tra i tanti conservati nell’Abbazia di Clairvaux, in Francia. Perché si tratta di una scoperta non solo curiosa

Anche la pelle di foca per i manoscritti medievali

Anche la pelle di foca per i manoscritti medievali

A incuriosire gli studiosi sono state le copertine di quei manoscritti medievali conservati nella biblioteca dell’Abbazia di Clairvaux, in Francia: dall’esame visivo dei follicoli piliferi non potevano essere state ricavate dalla pelle di cinghiale o di cervo. Ma allora con la pelle di quale animale erano state realizzate?

La risposta nel Dna

Decisi a saperne di più, dopo averli osservati al microscopio digitale i ricercatori hanno deciso di analizzare attentamente 16 di quegli antichi volumi. E la risposta è arrivata da un esame biomolecolare, seguito da quello del Dna: 7 di quelle copertine erano state ricavate da pelle di foca, per la precisione foca comune e foca della Groenlandia, provenienti dalle acque di Scozia, Scandinavia e Islanda.

Perché si tratta di una scoperta importante

A rendere ancora più sorprendente la scoperta è il fatto che l’Abbazia di Clairvaux si trova nella regione dello Champagne, che non ha alcun accesso al mare. Secondo i ricercatori, che hanno pubblicato il loro lavoro sul sito della The Royal Society, questo dettaglio è di fondamentale importanza perché apre nuove prospettive sul commercio medievale: rivela infatti che i monaci cistercensi erano collegati a una vasta rete commerciale che arrivava fino al Nord Europa, probabilmente sfruttando le rotte dei vichinghi e delle popolazioni scandinave. In altre parole: per quanto sorgessero in luoghi isolati, le abbazie medievali erano in realtà ben inserite nei traffici internazionali.

Bianca attrazione

Ma perché proprio la pelle di foca, che tra l’altro aveva sicuramente un costo superiore a quella di cervo o di cinghiale? I ricercatori non hanno una risposta precisa a questa domanda, ma suppongono che i monaci fossero ignari di quale animale si trattasse, venendo però attratti dal colore: per i cistercensi l’estetica aveva infatti anche un profondo valore spirituale e quelle pelli di foca erano bianche (o comunque di un grigio molto chiaro) proprio come le loro tonache.

Una biblioteca ricchissima

Fondata nel 1115, l’Abbazia di Clairvaux è famosa per una biblioteca che raccoglie tra l’altro 1.450 manoscritti del XII-XIII secolo, 28 dei quali con copertine di età romanica ancora intatte, impreziosite da intricati motivi e lussuose colorazioni. E oggi al tesoro dell’abbazia si aggiungono quelle in pelle di foca: consunte, ma rarissime.