di Michele Mezzanzanica È considerata un’isola di Borgogna in Oltrepò, per lo stile enologico e la devozione pressoché totale a Pinot Nero e Chardonnay, e in effetti la storia della Tenuta Mazzolino è un continuo scambio tra Italia e Francia, rocambolesca e affascinante come quella del suo ideatore, il banchiere franco-turco-monegasco con origini veneziane Enrico Braggiotti. Alla fine degli anni Settanta, mentre lavora alla direzione centrale della Banca commerciale italiana, cerca un posto in campagna non lontano da Milano dove stare con la sua numerosa famiglia di 4 figli e 12 nipoti. Lo trova a Corvino San Quirico, nel cuore dell’Oltrepò Pavese. La Tenuta Mazzolino, appunto, dove già si produceva vino, ma che Braggiotti trasforma in una cantina moderna ed efficiente, prendendo a modello la Francia. La figlia Sandra prosegue il lavoro nel solco tracciato dal padre per poi passare il testimone nelle mani di Francesca Seralvo (nella foto in basso), una delle nipoti di Braggiotti, alla guida dell’azienda che oggi vanta 20 ettari vitati per una produzione di circa 100mila bottiglie l’anno, il 60% destinate all’export e il 40% vendute in Italia, prevalentemente nel circuito Horeca. "In Oltrepò siamo stati i primi a vinificare il Pinot Nero in rosso – racconta Francesca Seralvo – una scelta incoraggiata anche da Giacomo Bologna e Luigi Veronelli". Nel 1985 nasce così Noir, il Pinot Nero oltrepadano dallo “sguardo francese”, dal momento che a curarne la nascita è l’enologo transalpino Kyriakos Kynigopoulos. "Una sera mio nonno stava sfogliando Le Figaro – racconta – e lesse di questo enologo emergente: lo chiamò e il giorno dopo era qui in Oltrepò. Un legame professionale che dura tuttora". Il Pinot Nero si esprime in rosso anche nel Terrazze, versione meno elegante che invecchia in acciaio, e nelle bollicine rosate del Cruasè, metodo classico con 60 mesi di affinamento sui lieviti. L’imprinting francese emerge pure nello Chardonnay, prodotto in due versioni: il raffinato Blanc e il più beverino Camarà. Completa la gamma il Blanc de Blancs, spumante metodo classico che si avvale della supervisione di Dominique Loboeuf, direttore della stazione enologica di Champagne. Questo il core business della Mazzolino, cui si aggiungono piccole produzioni di Moscato e Bonarda, a ricordare che siamo pur sempre nel Pavese e non a Chablis. L’azienda è in fase di conversione biologica, per certificare una filosofia già praticata da tempo.