
A Roma l’inaugurazione di piazza Augusto Imperatore. E l’annuncio: "Il polo museale realizzato in 12 mesi"
“Festina lente“. Sembra che la massima attribuita al primo imperatore romano, un invito ad “affrettarsi lentamente“, a procedere con prudenza ma in maniera efficiente, sia stata presa troppo alla lettera o, forse, mal interpretata. Innalzato nel 28 a. C. nel Campo Marzio, tra il Pincio e il Tevere, in mezzo a un parco, il Mausoleo di Augusto è stato abbandonato per secoli a saccheggi e devastazioni, trasformato nel corso del XII dalla famiglia Colonna in roccaforte, poi in giardino, anfiteatro e sala per concerti nella seconda metà dell’800, fino a essere incluso durante il ventennio fascista nella piazza progettata da Vittorio Morpurgo, in una condizione di isolamento decontestualizzato, per poi ricadere nell’oblio per altri sessant’anni. Ora rivedrà la luce (se tutto va bene) nel 2026. Vent’anni dopo l’approvazione del progetto e lo stanziamento dei fondi per la sua riqualificazione. L’annuncio è stato dato ieri in occasione dell’inaugurazione, dopo 5 anni di lavori, dell’assolato primo lotto (ma gli alberi ci sono e cresceranno) da 12,2 milioni di euro della “nuova“ Piazza Augusto Imperatore.
Una rivisitazione dello spazio – per anni adibito a parcheggi e degrado con tanto di abusivi a chiedere “il pizzo“ – che restituisce al centro di Roma un’area pedonale con due ampie gradonate – una verso via di Ripetta, l’altra verso l’abside della chiesa di S. Carlo al Corso – mettendo in in connessione il piano stradale attuale con la quota originaria del Mausoleo, che sarà evidenziata e impreziosita da parte della pavimentazione originale in travertino del I secolo a vista. L’obiettivo è stato quello di recuperare il rapporto che il monumento antico – costruito per accogliere le ceneri dell’imperatore Augusto e dei membri della dinastia giulio-claudia – aveva con lo spazio circostante, evitando, allo stesso tempo, di isolarlo in un ambito del tutto separato dalla vita urbana.
Si attende ora il completamento del progetto. È in fase di realizzazione il secondo lotto da 4,9 milioni che, entro la fine del 2025, farà sorgere nella zona settentrionale dell’area un’ampio giardino che si affaccia sul Mausoleo rendendo fruibile, allo stesso tempo, l’esposizione dei reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi. Il terzo lotto (7,2 milioni), ufficialmente avviato ieri, sarà ultimato nel 2026 con l’inaugurazione del polo museale all’interno del Mausoleo d’Augusto. Per l’intervento, che si estende su 3mila metri quadrati, il Campidoglio ha stanziato in tutto 28 milioni di euro dal bilancio comunale. A questi si aggiunge la cospicua donazione di 6 milioni effettuata nel 2015 (e collegata allo stato di avanzamento dei lavori del Mausoleo) dalla Fondazione Tim e 700mila euro per l’allestimento museale interno stanziati da Bulgari, che, due anni fa, ha inaugurato un hotel proprio sulla piazza.
Ma perché dal lontano concorso internazionale di progettazione del 2006 vinto dal Gruppo Urbs et Civitas, capitanato dall’architetto Francesco Cellini, ci sono voluti tutti questi anni per realizzare la riqualificazione? "Le risorse per realizzare il progetto c’erano già vent’anni fa – Cellini sorride e stringe le mani di chi si congratula con lui ma non riesce a trattenere l’amarezza –. Da rappresentante del gruppo che aveva vinto il concorso sono stato convocato dalla funzionaria capo della zona dello stesso sovrintendente che aveva lodato il mio progetto – progetto accettato senza che fosse imposta nessuna prescrizione – la quale mi ha detto chiaramente “il suo progetto non passerà mai“. E si è bloccato tutto. Ringrazio chi in questi anni mi ha aiutato e maledico chi ha contribuito a questo stallo. Ora spero che entro il 2027 sarà concluso". E, “off the record“, tra gli addetti ai lavori, c’è chi aggiunge "è mancato il coraggio, veniva erroneamente considerato un progetto troppo invasivo". Dinamiche che nel nostro Paese appaiono essere all’ordine del giorno. Allo stesso Cellini era già successo in occasione di un concorso a Spoleto. Una storia che ricorda la Loggia progettata dall’architetto Isozaki, vincitore del concorso internazionale bandito nel 1998 a Firenze per la nuova uscita degli Uffizi. Tra milioni di euro stanziati, polemiche e blocchi sono passati 27 anni: ancora non c’è e probabilmente non ci sarà mai.