Maurizio Costanzo Shock: "Sesso nella Topolino e tradimenti da arresto. Ma rifarei tutto"

Le avventure giovanili, la festa per la legge Merlin. "Credo nella reincarnazione: se tornassi vorrei essere di nuovo me stesso"

Giornalista della carta stampata, giornalista televisivo, conduttore, scrittore, speaker radiofonico, autore di canzoni (Se telefonando), autore teatrale e, non dimentichiamo, sceneggiatore (Una giornata particolare, capolavoro scritto con Ruggero Maccari e Ettore Scola). Maurizio Costanzo, 84 anni, ha scandagliato ogni aspetto del mondo del giornalismo e delle spettacolo, ha valicato 60 anni di storia italiana durante i quali ha conosciuto praticamente tutti.

Maurizio Costanzo, Raimondo Vianello e Paolo Bonolis
Maurizio Costanzo, Raimondo Vianello e Paolo Bonolis

Ora ha raccolto schegge di memoria nel libro Smemorabilia (Mondadori): aneddoti, incontri, e anche naturalmente oggetti che hanno segnato un’epoca e ora non ci sono più (gettoni telefonici, il salvadanaio, le cambiali, le lettere d’amore, il fax, la brillantina, la macchina per scrivere, le cabine per la fototessera) oppure luoghi o situazioni (i casini – "Il casino era comodo soprattutto quando pioveva, perché ti potevi rifugiare nel covo d’amore, ricordo che ce n’era uno in via del Babuino che era perfetto in caso di maltempo" – la prima sigaretta, l’adulterio) che a volte potrebbero essere imbarazzanti, come quella volta che fu costretto a un disconoscimento di paternità. Oppure, quando confessa di ricordare più suo padre rispetto a sua madre: "Ora, non mi si fraintenda, la mamma è sempre la mamma, ma nel Paese dei mammoni e della retorica della madre, si è finiti per relegare a figura secondaria quella paterna... Posso dire che il padre è una figura essenziale, importantissima? Io, personalmente, è più facile che torni col pensiero a mio padre piuttosto che a mia madre. Mi manca mio padre". 

Costanzo: lei racconta senza timidezze particelle di vita vissuta, sua e dell’Italia. Narra che, con i primi soldi guadagnati, fece un acquisto poco ponderato... di cosa si trattava?

"Sì, comprai una Porsche. Un grande sbaglio perché malamente arrivavo ai pedali. Però si fanno, nei primi anni, sbagli di questo genere". 

Ha fatto molti sacrifici per salvare il teatro Parioli? Racconta che addirittura è stato costretto a vendere una casa... 

"Certo, ho fatto sacrifici, ma non c’è dubbio che quando il Parioli è diventato il Teatro che ospitava il Maurizio Costanzo Show, le cose sono andate meglio". 

Cosa ricorda della sua esperienza di boy scout? C’è un aneddoto particolare?

"Ricordo che mio padre non voleva che facessi il boy scout e io lo feci, e lui mi lasciò scritto sul letto “prete!“".

È vero che la madre di Raffaella Carrà le chiese un aiuto importante per la futura carriera della figlia? 

"Sì, la mamma di Raffaella mi chiese di aiutare la figlia a scrivere un tema per l’ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia. Poi Raffaella fu presa".

Ci può raccontare un aneddoto su Alberto Sordi? 

"Alberto Sordi e mille episodi. Mi ricordo quando passeggiavamo sui bordi della sua piscina nella villa di Roma, mi guardò e mi disse: “Ma che c…. me la sono fatta a fare?".

Cosa provò nel ricevere, giovanissimo, la telefonata di Indro Montanelli?

"Incredulità ed emozione. Lui, da allora e per sempre, mi ha chiamato “Costanzino“"

Il suo ricordo dei casini – case di prostituzione – sembra pieno di rimpianti e nostalgia. Anche qui, ha un aneddoto particolare? 

"Le case di tolleranza le ho vissute poco, ricordo però la festa che fu fatta la notte che chiusero, dopo la legge Merlin. Ci fu un tour di molti di noi, appena diciottenni, o da quelle parti, in giro per casini". 

Dai suoi primi approcci erotici nella Topolino ai quattro matrimoni, ad altre donne, alla collaborazione con Playmen... come si è evoluto il suo rapporto col sesso dai vent’anni in poi?

"Si è evoluto senza esagerazioni. La Topolino non era mia ma della ragazza che si accompagnava a me. Scomodo fare cose di sesso in un ambiente così ostile. Per quanto riguarda la collaborazione a Playmen, era scritta, non fotografica".

A questo proposito, nel libro racconta un divertente aneddoto di quando i carabinieri la sorpresero con una donna sposata... come andò? 

"Sì, è vero, allora esisteva il reato di adulterio e, quindi, per fortuna, io che avevo una storia con una donna sposata ma separata, ero in casa sua ma avevamo litigato e, quando arrivarono i carabinieri, ci trovarono vestiti e fecero la prova del letto. Se era caldo voleva dire che era stato frequentato, ma il nostro era freddo e non successe niente".

Come era il suo rapporto con Villaggio? 

"Di grande amicizia, di grande stima ma, principalmente, di grandissimo affetto".

Racconta della sua fede nella reincarnazione. In chi vorrebbe reincarnarsi?

"Da sempre ho pensato all’esistenza della reincarnazione. Vorrei essere chiunque, anche me stesso". 

Appassionato di ciclismo com’era, per chi tifava? Bartali o Coppi? Il campione esuberante e generoso, o per quello più riservato e schivo? 

"Tifavo moltissimo per Bartali e, quando facevo la radio, nel 1970, lo ebbi ospite: grande emozione". 

È appassionato di fumetti: qual era il suo eroe preferito?

"Dei fumetti ho amato Topolino, ho amato Paperino e un cow-boy del quale non ricordo il nome, protagonista di un settimanale che si chiamava “Avventuroso kid“".