Matilda Calzelunghe va veloce. "E racconto chi non fece la Storia"

La De Angelis dà vita a illustri sconosciuti in “Io sono leggenda“. E si confessa: "Mi ritrovo in Pippi"

Matilda De Angelis, 26 anni, da domani su Sky Arte con “Io sono leggenda“

Matilda De Angelis, 26 anni, da domani su Sky Arte con “Io sono leggenda“

In un’atmosfera noir ed elegante, Matilda De Angelis attraversa un grande salone che profuma di storia, poi siede davanti a uno specchio. Ecco il set a Bologna, dentro Palazzo Re Enzo che si affaccia sulla centralissima piazza Maggiore, dove ha girato la serie Io sono leggenda. È questa la nuova produzione originale Sky Arte, ideata e realizzata da Bottega Finzioni, in cui, da domani in prima serata, De Angelis presenta le vite di "illustri sconosciuti" che hanno ispirato personaggi leggendari. Si comincia col Frankenstein di Mary Shelley, si prosegue con Betty Boop, Zorro, Pippi Calzelunghe, Indiana Jones e Dracula. Il 2021 è stato un anno d’oro per l’attrice bolognese "veloce come il vento" nella sua ascesa. Ora però, Matilda vuole prendersi una lunga pausa dal set.

Matilda De Angelis, cosa l’ha convinta a dire di sì a questo format?

"Quando scelgo un progetto cinematografico, cerco sempre di pensare se io in prima persona guarderei quel film o mi appassionerei per quella storia. Analogamente, ho pensato che, da spettatrice, il programma mi sarebbe piaciuto. È interessante scoprire come, molto spesso, dietro a grandi miti si celino persone più ordinarie che invece sono straordinarie perché uniche. Quando ad esempio mi hanno raccontato che il bolognese Giovanni Aldini era strettamente collegato alla nascita di Frankenstein, mi sono chiesta come fosse possibile".

È intervenuta sulla scelta dei personaggi?

"Me ne sono stati presentati molti di più di quelli che andranno in onda, poi con Bottega Finzioni ho scelto le storie che trovavo più appassionanti. L’unica che ho proposto in prima persona è stata quella di Pippi Calzelunghe".

È un personaggio in cui si rivede?

"La storia di Pippi è molto drammatica anche se poi ha un finale felice. Io sapevo che si trattava di un personaggio autobiografico, perché qualche anno fa avevo visto un film su Astrid Lindgren, l’autrice di Pippi. Mi era molto piaciuta la battaglia dell’autrice, iniziata da bambina strappata all’infanzia, che in età adulta cerca disperatamente di ritrovare quella bambina dentro di sé. In effetti è la Lindgren che mi ha sempre molto affascinata, mentre mia madre è stata fan di Pippi Calzelunghe proprio quando veniva programmata in televisione".

Lei in questo momento sta lavorando a Torino sul set della serie Lidia, che narra la storia di Lidia Poët, la prima avvocata d’Italia. Le piace essere un ponte tra il pubblico e personalità femminili così all’avanguardia?

"Certo. Il cinema è chiaramente intrattenimento, le serie tv ancora di più, ma è vero che il cinema può e deve veicolare cultura. Poter far conoscere attraverso il mio lavoro di attrice, una personalità straordinaria come Lidia Poët, grazie alla quale oggi una donna può diventare avvocata, è per me molto interessante e può essere di ispirazione. Il valore della serie in questo caso è doppio perché intrattiene ma parla anche di empowerment femminile. "

Da otto anni lei vive sul set e per il set e dà l’idea di essere una donna molto indipendente che fa scelte nette.

"Certe scelte non sono per forza segno di indipendenza, perché una persona potrebbe anche avere la necessità di concentrarsi su se stessa e cercare per questo una certa indipendenza. Ho 25 anni, mi trovo in una fase in cui sto veramente riscoprendo per l’ennesima volta me stessa e sto cercando di capire chi sono, al di là di questo lavoro. Ora sto lavorando, ma penso che dopo Lidia mi prenderò una lunga pausa per concentrarmi su altre cose altrettanto importanti. È fondamentale non sentirsi sempre determinati da qualcos’altro, non essere per forza l’attrice, la fidanzata di, l’amica di, la figlia di".

Distaccarsi per ritrovarsi.

"Ho seminato molto negli ultimi anni e penso che sia importante godersi il raccolto, altrimenti diventa tutto fame isterica e bulimica del lavoro, con la paura di venire dimenticata. Nel mio caso ho più paura di diventare grande, di guardarmi indietro e di pensare di non essermi goduta appieno la mia giovinezza. Lavoro ininterrottamente da otto anni, non vado in vacanza da anni, l’estate forse faccio due settimane fuori dal set, ho bisogno di equilibrio, ho bisogno di respirare". 

Cos’ha voglia di fare?

"Qualsiasi cosa mi venga in mente la mattina quando mi sveglio. Ho voglia di fare un trekking di una settimana? Lo faccio. Ho voglia di mangiare i biscotti sul letto guardando la televisione? Posso farlo".  

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