Sabato 20 Aprile 2024

Massimo Bonini porta il meglio del fashion sul mercato globale

di Eva Desiderio

Duemila metri quadri di idee moda e di proposte innovative. Uno spazio nobile e antico eppure moderno ed elegante, a Palazzo Borromeo d’Adda, in via Manzoni 41, a Milano, nel cuore del Quadrilatero dello stile. È qui che Massimo Bonini, con sua moglie Sabrina, hanno concentrato dal 2019 i tre poli operativi che avevano in Montenapoleone 2 e 3 e in via Ceresio 7, per avere un unico headquarter dove presentare quegli accessori che in poco più di trent’anni di successi e di coraggiosi investimenti, specie sui giovani talenti, li hanno visti primeggiare nel mondo degli showroom internazionali. "Siamo partiti come pionieri nel 1989 e abbiamo scelto da subito di occuparci di soli accessori – racconta Massimo Bonini – con uno spazio di 150 metri quadri e qui abbiamo dato fondo ai nostri investimenti ma il mercato allora non era ancora maturo per la nostra scelta. Noi però credevamo in questa nostra strada, con punti fermi come la passione, la voglia di fare e il divertimento. Di lì a poco nel 1993 abbiamo triplicato gli spazi portandoli a 450 mq sempre in via Montenapoleone". "Negli anni Novanta abbiamo capito che il mondo si stava aprendo – aggiunge Sabrina Bonini – e gli accessori stavano trovando sempre più spazio e autonomia nel guardaroba di uomini e donne. Insomma, noi credevamo nel lavoro, cercavamo soprattutto scarpe e borse con contenuti stilistici importanti. E così abbiamo cavalcato gli anni della grande crescita dei mercati".

Voglia di essere fashion con prodotti inediti e riconoscibili, questa la ricetta che ha accompagnato la storia dei due buyer moglie e marito e di questo showroom delle meraviglie che ha lanciato tanti brand e continua a lanciarne. Nel 2000 arrivata la globalizzazione e il grande cambiamento nella moda ecco che si raddoppia con l’apertura di 800 metri quadri in Montenapoleone 2. "E abbiamo cambiato pelle, diventando i fornitori del più innovativo ready to wear degli accessori – continua Massimo Bonini – lanciando scarpe e borse di marchi di abbigliamento importanti e sono stati anni belli e molto interessanti, specie in Asia e Russia. Poi nel 2008 siamo passati da attività di azienda di distribuzione di brand alla vendita, e abbiamo cominciato la digitalizzazione. Credendo nell’accesso diretto dei clienti alle collezioni e poi raccogliendo gli ordini on line".

Nel 2011 il salto all’estero con le aperture degli showroom Massimo Bonini a Hong Kong, poi nel 2013 un forte investimento su New York: nella Grande Mela lavora la figlia Giorgia, che è presidente della società americana di famiglia, un mercato quello negli States interessante che fattura il 36% oggi del totale dell’azienda. "Una nostra grande soddisfazione" riprende Sabrina Bonini. Sfide continue combattute tra passione e divertimento costante, senza mai adagiarsi sui successi. Fino all’arrivo nella sede unica milanese di via Manzoni 41, "dove nel piano nobile si lavora molto bene", dicono moglie e marito all’unisono, e dove il loro secondogenito Filippo è l’art director di tutti i nuovi progetti creativi.

"Lui segue tutto e ora il nostro obiettivo è lanciare nuovi progetti per un Made in Italy di alto livello. Per alcuni nostri brand in portafoglio i risultati sono stati incredibili. Non ci piace l’omologazione, ma l’esclusività vera delle idee e delle forme – continua Massimo Bonini – e il fatto di avere 1500 clienti nel mondo di alto livello ci riempie di orgoglio". Così spopolano le calzature di N.21 disegnate da Alessandro Dell’Acqua sempre più geniale e copiato, quelle di Amina Muaddi, le borse di Benedetta Bruzziches che nella sua Ciociaria ha aperto un’azienda di eccellenza, le borse vegane di Themoiré, quelle divertenti de Le Petit Jouers, lo chic di Pineider 1774, la naturalità sostenibile di Castaner, lo charme delle scarpe di vernice un po’ baby di Carrel e ancora Si Rossi, The-Antipode, Gebede, Mietis, Sophie Webster, Manebi, Moon Boot, solo per citare alcuni nomi presenti in showroom.

"Ci piace mostrare ai nostri clienti i prodotti dal vivo, parlando con loro, perché crediamo molto nel rapporto umano e diretto", concludono Massimo e Sabrina, inseparabili nella vita e nel lavoro.

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