È morto ieri a Firenze dove viveva da tempo il drammaturgo e poeta Giuliano Scabia, nato nel 1935 a Padova.
Scabia è stato un artista poliedrico ed eclettico: scrittore, narratore, drammaturgo, ha lasciato il segno in ogni campo nel quale si è cimentato. Vicino all’avanguardia del Gruppo 63, tra i primi lavori di Scabia ci fu il testo per l’opera Diario italiano (1964), composta da Luigi Nono. Sempre per Nono compose anche La fabbrica illuminata, per voce e nastro magnetico, dedicata agli operai dell’Italsider di Genova Cornigliano, eseguita alla Biennale di Venezia nel 1964.
Il suo "teatro vagante" ha percorso strade piazze e scuole, ma anche ospedali psichiatrici e centri di igiene mentale. Rimane memorabile l’azione teatrale Marco Cavallo con il cavallo di legno e cartapesta che, nel 1973, apriva il corteo dei "matti" in uscita dal manicomio di Trieste, realizzata con Franco Basaglia, assieme al quale ha combattuto per la apertura dei manicomi.
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