Mercoledì 24 Aprile 2024

Maneskin Superospiti all’Ariston La band concede il tris

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Non è più solo un Gossip, ora è certo: i Maneskin torneranno a Sanremo. Saranno i superospiti della terza serata del Festival, giovedì 9. Per il gruppo di Damiano si tratta del terzo Sanremo consecutivo, dopo la vittoria del 2021 (con Zitti e buoni) che li ha lanciato verso il trionfo dell’Eurovision Song e la conquista degli Stati Uniti, e dopo l’ospitata del 2022.

I fan sanno bene che però – nei sogni dei Maneskin – l’autentica notte d’oro sarà quella tra domenica 5 e lunedì 6 febbraio, ovvero la notte dei Grammy Awards, con la cerimonia che si terrà a Los Angeles e durante la quale la fenomenale band romana saprà se il più importante premio dell’industria musicale Usa, categoria “Best New Artist“, finirà nelle loro giovani mani a dispetto degli altri candidati, i molto meno “glamour“ Anitta, Omar Apollo, DOMi & JD Beck, Muni Long, Samara Joy, Latto, Tobe Nwigwe, Molly Tuttle, Wet Leg.

Intanto però, è arrivato l’annuncio di ieri sera al Tg1: "La notizia è che stasera sono il quarto Maneskin", ha scherzato Amadeus introducendo in studio i suoi ospiti, Damiano, Victoria, Thomas senza Ethan, ammalato a casa: "guarisci presto", è stato l’augurio di Ama. "Non vediamo l’ora di tornare a Sanremo – ha detto Damiano – ci speravamo, per noi è sempre un onore". "Li invito ogni anno a prescindere – ha fatto eco Amadeus – perché Sanremo è fortemente legato a loro, ha una marcia in più quando ci sono i Maneskin. Stavolta arriveranno direttamente dagli Usa. Vedrete cosa accadrà con loro: sarà energia allo stato puro".

Proprio in questi giorni è uscito il loro nuovo album, Rush!, e per il lancio i ragazzi hanno anche celebrato una sorta di matrimonio laico l’altra sera nella loro Roma, officiante Alessandro Michele, ad applaudirli una folla di vip, da Paolo Sorrentino a Baz Luhrmann. Indubbiamente un altro periodo magico, per loro. Anche se – assieme alla “stoccata“ dell’altro ieri di Uto Ughi: "I Maneskin sono un’offesa alla cultura e all’arte; non fanno musica, urlano" – dagli Usa è arrivata pure la stroncatura del loro disco nell’articolo, a firma Spencer Kornhaber, di The Atlantic, dal titolo: "Questa è la rock band che dovrebbe salvare il Rock and Roll?".

"Certamente i Maneskin fanno musica con ingredienti molto audaci", scrive Kornhaber. Ma Rush! "dimostra con forza come in realtà il fascino della band non sia la loro musica" che si risolve in "imitazioni di gruppi come i Jet", mentre alcuni atteggiamenti che vogliono richiamare i grandi del rock, come alcuni testi che trattano di temi tabù, risultano "timidi tentativi di scioccare e provocare fastidio. Le canzoni dei Maneskin sono chiaramente riciclate, così sfacciatamente mediocri, tanto che l’idea del gruppo che accende una guerra culturale tra rock e pop – e con essa, stereotipi su realtà e falsità, passione e prodotto – sembra nella migliore delle ipotesi tragica". Le loro sexy coreografie? "Flosce". Chissà cosa scriverà la stampa Usa dopo la notte dei Grammy.

r.s.

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