Giovedì 18 Aprile 2024

"Mai stati maschilisti e teppisti" Gli eredi Gucci all’attacco di Scott

Minaccia di causa: "Aldo non era come dipinto da Pacino, Patrizia non è una vittima"

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"I membri della famiglia Gucci si riservano ogni iniziativa a tutela del nome, dell’immagine e della dignità loro e dei loro cari". Così si chiude una dura lettera firmata dagli eredi di Aldo Gucci, contro il film di Ridley Scott House of Gucci, uscito in questo weekend negli Usa (secondo al box office con 21,2 milioni di dollari, dietro al nuovo Disney Encanto che ha incassato circa il doppio) e in sala dal 16 dicembre in Italia. Nella lettera viene sottolineato che la produzione del film "non si è curata di interpellare gli eredi prima di descrivere Aldo Gucci", e viene giudicata "ancora più censurabile" la ricostruzione "di una donna definitivamente condannata per essere stata la mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci" dipinta nel film e nelle "dichiarazioni dei membri del cast, come una vittima che cercava di sopravvivere in una cultura aziendale maschile e maschilista. Questo non potrebbe essere più lontano dalla verità. Peraltro, nei 70 anni di storia in cui è stata un’impresa familiare, Gucci è stata un’azienda inclusiva. Anzi, proprio negli anni ‘80 – il contesto storico in cui è ambientato il film – erano diverse le donne che ricoprivano posizioni di vertice".

Nella pellicola con superstar Lady Gaga nel ruolo di Patrizia, Aldo Gucci è interpretato da Al Pacino (nella foto) e Maurizio da Adam Driver. La lettera continua: "Aldo – presidente dell’azienda per trent’anni – e i membri della famiglia Gucci vengono descritti come teppisti, ignoranti insensibili al mondo che li circondava, attribuendo ai protagonisti delle note vicende toni e atteggiamenti che mai sono loro appartenuti. Ciò è estremamente penoso sotto un profilo umano e un insulto all’eredità su cui il marchio è costruito oggi".

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