Martedì 23 Aprile 2024

Magica Tilda: "Il superpotere è il sentimento"

La Swinton sulla Croisette con il nuovo kolossal di George Miller, insieme a Idris Elba: "Non scelgo i film per le storie ma per le persone"

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Il nuovo film di George Miller, il regista australiano 77enne dell’ Olio di Lorenzo, delle Streghe di Eastwick, ma soprattutto del franchise Mad Max, che gli ha portato sei Oscar – e al quale ha ridato vita nel 2015 con lo strepitoso Fury Road e nel quale si ritufferà presto con Furiosa – è una favola sorprendentemente "piccola", intima.

Presentato a Cannes fuori concorso, Three Tousand Years of Longing – più o meno, “Tremila anni ad aspettarti“ – ci presenta Tilda Swinton, 61 anni portati come fosse una ragazzina, alla sua ennesima trasformazione nel ruolo di una studiosa di narratologia che, nel Gran Bazar di Istanbul, trova una piccola bottiglia di vetro consumata. All’interno si nasconde un "djinn", un Genio della lampada. Ma lei, più che all’esaudimento dei propri desideri, è interessata a conoscere la storia del Genio. Ecco, così, un percorso zigzagante fra i secoli e i continenti, fra il presente e vari strati di passato. Con un genio che ha l’aspetto di Idris Elba. È lui a raccontarle la propria vita, la sua storia. Lei non ha desideri fantasmagorici: l’unico, vero, potente, riguarda i sentimenti.

Tilda Swinton, come ha scelto questo film? In generale, come sceglie i film?

"Non scelgo le storie: scelgo le persone. Cinque anni fa, a Cannes, a una cena incontrai questo signore che non conoscevo personalmente, ma di cui ammiravo i film: George Miller. Fu una conversazione entusiasmante. Un anno dopo, quando mi chiese di fare un film con lui, accettai immediatamente. Mi disse: “Faremo un piccolo film, un concerto di musica da camera con due soli personaggi“. In realtà, mi sembra un film enorme. Ho avuto la sensazione di aver incontrato davvero il mio personale Genio della lampada".

Il film è anche sul potere del racconto, delle storie, delle narrazioni.

"Sì. La cosa pericolosa, è quando hai solo una storia, quando la gente viene spinta ad ascoltare solo una storia. È bello trovare film che raccontino molti punti di vista, molte storie diverse: ci allena a tenere aperte le nostre orecchie e i nostri cuori". Il riferimento al presente è lampante.

Il Genio della lampada del film è lei, Idris Elba. Un Genio molto umano.

"Volevamo evitare tutti i luoghi comuni sul Genio, sul suo aspetto, su come parla. Volevamo un Genio il più umano possibile. Un Genio che, nel corso dei secoli, si innamora senza essere corrisposto: della Regina di Saba, di una schiava, di una donna prigioniera di un ricco mercante nell’Ottocento. Un essere con poteri speciali, ma molto vulnerabile".

Se, nella vita reale, ne avesse la possibilità, quali desideri vorrebbe esaudire?

"Vorrei una Ferrari elettrica!", ride.

Lei, Tilda?

"Non si può mettere fine al dolore, né si può essere immortali. Resta una speranza: togliere agli uomini tutte le tendenze egoiste, per il bene di tutti. Ecco, vorrei questo".

E per lei, George Miller, quale sarebbe il desiderio da esaudire?

"Ci sono già delle cose magiche. Se avessi detto ai miei genitori che avrei potuto prendere un telefono e sapere tutto quello che volevo su un argomento, avrebbero pensato ad un sortilegio, a una cosa impossibile, a un sogno irrealizzabile. E invece oggi è la normalità. Meglio dei sogni".

Giovanni Bogani

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