Martedì 23 Aprile 2024

Magalli: "Lasciai la bolgia del '68 per fare il militare. Poi arrivò la radio"

Il conduttore televisivo si racconta: inventai un lavoro che in Italia non esisteva, quello dell’animatore. Fiorello? L’ho scoperto io. Dalle gaffe al politicamente scorretto: "Con Radio Ombra io e Boncompagni portammo scompiglio in Rai. Già al liceo ero una peste"

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Giancarlo Magalli, martedì riprende la trasmissione di Raidue ‘Il Collegio’, di cui lei torna a essere la voce narrante. Ma anche lei è stato in collegio...

"Sono stato al Nazareno a Roma, dove c’erano anche De Sica e Verdone, e poi al Nazionale. Ma non ero in convitto. Ogni volta che a casa combinavo un guaio mi minacciavano: ‘Ti mandiamo in collegio’. Per spaventarmi si erano anche inventati un Ordine religioso che non esiste, i Frati Zoccolanti".

Chissà quante ne ha combinate, ai tempi del liceo...

"Una volta, per evitare il compito in classe, chiusi a chiave e incerottai con lo scotch la nostra aula. Con i trasferibili – non esistevano i computer – composi un cartello: ‘Comune di Roma – Ufficio d’igiene – Aula chiusa per disinfezione’. Ci fecero tornare tutti a casa. Però in classe c’era il figlio del segretario che fece la spia. Finì che mi bocciarono, e dovetti lasciare la classe dove c’erano anche Mario Draghi, Luca Montezemolo, Gianni De Gennaro, Luigi Abete".

Poi venne il ‘68.

"Per me, il ‘67. Cercavo di fare l’Università, ma un giorno ti menavano quelli di destra, il giorno dopo quelli di sinistra, un giorno buttavano giù qualcuno dalla finestra".

Decise di arruolarsi.

"Alla scuola ufficiali, per togliermi il pensiero del militare. Credevo di stare tranquillo invece finii a presidiare l’ordine pubblico nei posti più remoti, per esempio Battipaglia. Cosa vuoi che succeda a Battipaglia?, pensi. E invece ci furono i moti di Battipaglia. A Caserta, cosa vuoi che succeda a Caserta? Ci fu l’assalto alla Saint Gobain. Poi divenni istruttore: insegnavo a guidare i carri armati. Ho la patente militare, fino a 60 tonnellate".

Mai combinato qualche guaio?

"Una volta, sul campo ostacoli, per dimostrare che un carro può girare su se stesso, abbattei un sostegno della tribuna dove erano seduti i soldati che assistevano alla manovra. Scivolarono tutti giù da un lato. Un’altra volta, attraversando un paese, il carro abbatté l’angolo di una casa, per fortuna non si fece male nessuno, ma attraverso il buco potevamo vedere le persone sedute a tavola che ci guardavano".

Poi arrivò la radio...

"Nel ‘64 avevo già fatto Bandiera Gialla con Arbore e Boncompagni. Poi, con Boncompagni regista, facemmo Radio Ombra, una trasmissione geniale con Riccardo Pazzaglia e Mario Marenco. Fingevamo che una radio pirata si infiltrasse nelle frequenze della radio Rai. Quindi c’era un falso programma Rai, che veniva interrotto dalla nostra falsa radio privata. C’erano anche le pubblicità false! Alla Rai erano entusiasti. I problemi cominciarono quando all’indirizzo che avevamo dato – che corrispondeva alla sede Rai di Cosenza – arrivarono migliaia di lettere che inneggiavano alla radio pirata e si scagliavano contro il monopolio Rai. In viale Mazzini si spaventarono e chiusero il programma".

Lei è stato anche animatore.

"Sono stato il primo animatore del primo villaggio italiano, a Pugnochiuso. Subito dopo il militare ero andato in vacanza in albergo e i responsabili del villaggio che si stava costruendo mi notarono perché ogni sera organizzavo giochi, feste, spettacoli. Mi chiesero se ero disponibile e io accettai. A maggio aprì il villaggio, era pieno. Bene, pensai. Ma ai miei giochi, alle mie feste, ai miei spettacoli, non veniva nessuno. Poi capii perché: erano tutti in viaggio di nozze e si animavano da soli. Per fortuna a giugno arrivò la gente normale e dovetti inventarmi un mestiere che non esisteva. In seguito venni reclutato dalla Valtur per allevare nuovi animatori tra cui ci fu anche Fiorello".

Com’era il rapporto con la Bonaccorti ai tempi di Pronto chi gioca?

"Ottimi. Enrica era bravissima. Però non poteva avere lo stesso impatto di Raffaella Carrà che l’aveva preceduta, così le affiancammo un sacco di gente, tra cui Paolo Panelli. Panelli era già abbastanza anziano, ed era quasi sordo. Aveva un paio di occhiali con inserito l’apparecchio acustico: quando li indossava, andava tutto bene. Ma, quando non li aveva, non sentiva niente. Poteva capitare che magari c’era un tizio che raccontava una storia drammaticissima e lui, che non aveva percepito nulla, entrava completamente a sproposito dicendo : ‘So’ il nonno della Bonaccorti, c’ho avuto ‘na botta de rincoglionimento’".

Lei è stato molto amico di Alighiero Noschese.

"Era una persone educata, gentilissima. Con la sua compagnia aveva portato in teatro ‘Scanzonatissimo’, il primo varietà di satira politica. Erano convinti che li avrebbero arrestati, e infatti la sera della prima c’era un commissario in sala pronto a portarli tutti in questura. Ma i politici non diedero l’ordine. Alighiero era maniacale: passava ore al trucco. Anche se per una sola sera, arredava il proprio camerino con le immagini di Padre Pio e varie statue della Madonna. Ma cominciò a morire, se posso dire così, quando arrivò Gigi Sabani, a cui bastava un cappello e un paio di occhiali per fare un’imitazione. Cominciò a perdere fiducia in se stesso".

Un suo momento di grande imbarazzo?

"Ho fatto 4-5mila ore di diretta, qualche gaffe è inevitabile. Una volta, ai Fatti Vostri di sera, prima della pubblicità lanciai il programma dicendo: ‘Tra poco parleremo con questi due signori. Quello alla mia sinistra ha incontrato gli Ufo, quello alla mia destra ha scoperto la moglie a letto con un altro, che l’ha pure menato’. Si spengono le telecamere, e l’ospite alla mia destra mi fa: ‘Veramente io sono quello degli Ufo’. ‘Ma perché non mi ha corretto?’, gli chiedo, sbalordito. E lui: ‘Non la volevo contraddire’. Tutti e tre facemmo una gran figura di m...".

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