Lupi, "emergenza bracconaggio". Allarme Enpa e cosa può succedere nei branchi

L'associazione animalista elenca i casi di uccisione dall'inizio dell'anno. Gli esperti: perché è un problema serissimo e cosa c'entrano gli ibridi

Roma, 22 febbraio 2023 - Lupi, per Enpa è emergenza bracconaggio in Italia. Almeno 14 i lupi uccisi dall’inizio dell’anno, è la denuncia degli animalisti. E in questo numero, riferisce l’Enpa in una nota, non figurano quelli volutamente investiti su cui stanno indagando le Forze dell’ordine. Tra gli ultimi casi arrivati sotto i riflettori della cronaca:  l'episodio "verificatosi presumibilmente domenica scorsa nel Parco nazionale dello Stelvio con l’uccisione di un giovane esemplare di circa due anni stroncato da un proiettile di grosso calibro".

Lupi, per Enpa "è emergenza bracconaggio"
Lupi, per Enpa "è emergenza bracconaggio"

La strategia dell'Enpa

L’Ente Nazionale Protezione Animali "continuerà a denunciare e costituirsi parte civile per ognuna di queste gravissime uccisioni", annuncia la nota. E poi chiede "al Governo di intervenire con forza contro il bracconaggio perché è in atto una vera guerra contro il più prezioso elemento di biodiversità del nostro Paese: il lupo". 

"Perché è un problema serissimo e cosa c'entrano gli ibridi"

Luigi Molinari, naturalista del Parco nazionale Appennino tosco emiliano, chiarisce perché il bracconaggio diventa un problema serissimo e può provocare un aumento dei lupi ibridi. "Studi fatti all'estero dimostrano che queste uccisioni possono provocare la destrutturazione dei branchi e quindi agevolare quindi l'ibridazione. In questo periodo, infatti, le femmine di lupo vanno in calore. Se viene ucciso un maschio alfa, la possibilità di accoppiamento con un cane è alta".

L'azione dell'uomo e le ricadute sui branchi

Piero Genovesi, responsabile fauna selvatica all'Ispra, aggiunge: "Le prove sono ancora scarse ma l'ipotesi resta forte, la riterrei plausibile". Non esistono vere statistiche sul bracconaggio, fa notare Molinari. "Il fenomeno resta sommerso - chiarisce - anche se si possono fare stime sulle carcasse ritrovate. Ad esempio nell'area tra Parma e Reggio Emilia ogni anno quelle attribuibili ai bracconieri sono almeno il 20-30%".