Lunedì 10 Febbraio 2025
ROBERTO DAVIDE
Magazine

L’ultimo Bozzetto: "Addio, ma non troppo"

Il maestro a Cartoons on the Bay con tre nuovi corti: "Racconto la violenza degli uomini. Con le musiche di Beethoven, Chopin, Verdi"

Roberto Davide

Papini

P"Sono gli ultimi miei lavori".

Ultimi in che senso?

"Nel senso che ho un’età, sono da pensione".

Bruno Bozzetto, maestro dell’animazione mondiale (ma non chiamatelo così perché si arrabbia) l’età ce l’ha (85 anni), ma ha anche una grande carica e vitalità creativa. Il mondo dei cartoon conta ancora molto sul suo genio e sul fatto che i suoi “ultimi lavori” siano in realtà solo i più recenti di una carriera straordinaria con tre lungometrggi di grande successo (West and Soda; Vip. Mio fratello Superuomo e Allegro non troppo) oltre a una nomination all’Oscar con Cavallette e tante altre opere di grande qualità.

Tornando agli “ultimi lavori“, si tratta di tre cortometraggi che domani il grande artista milanese (da anni vive a Bergamo) presenterà all’interno di Cartoons on the Bay, il festival internazionale dell’animazione, della transmedialità e della meta arte, orgnizzato da Rai Com e diretto da Roberto Genovesi, in corso a Pescara.

Parliamo di questi tre cortometraggi. Come nasce l’idea?

"In realtà stavolta è stata la Rai a stimolarmi. Si tratta di tre episodi con un rapporto importante tra colonna sonora e animazione".

Come in molti suoi lavori a partire da Allegro non troppo.

"Infatti".

Che storie sono?

"La prima ha la musica di Chopin ed è la storia in 3D di un ragno che scivola in un lavandino e non riesce a risalire".

Messo così è un soggetto inquietante. C’è un lieto fine?

"In un certo senso sì".

Gli altri cortometraggi?

"In uno, con l’ouverture Coriolano di Beethoven, parlo delle specie animali che l’uomo ha sterminato nel corso dei secoli. Si tratta di una panoramica, quasi un documentario".

Qui è difficile immaginare un lieto fine.

"Invece alla fine viene lasciato lo spazio per un po’ di speranza".

Il terzo?

"Qui la speranza non c’è. È una parata di tutte le guerre fatte dall’essere umano dall’età della pietra a oggi".

Colonna sonora?

"Giuseppe Verdi, Un giorno di regno".

Guerra e devastazione dell’ambiente sono spesso nei suoi lavori. Cos’hanno in comune?

"Molto semplice: l’essere umano, è il responsabile di entrambi questi eventi. Nella guerra si uccidono le persone, con l’ambiente c’è la distruzione e l’ignoranza di un mondo meraviglioso, quello animale, fatto di sensibilità, purezza. In fondo un animale è come un bambino. Se non riconosce questa purezza l’essere umano non ha molte speranze. Sono pessimista: siamo in 8 miliardi, magari non saremo tutti deficienti, ammettiamo che ci sia un miliardo di persone meravigliose. Restano 7 miliardi di deficienti".

La sua carriera è straordinaria, in tutto il mondo è celebrato e applaudito. Qual è il lavoro che le ha dato più soddisfazione, del quale è più orgoglioso?

"Difficile dire. Ma direi che sono molto orgoglioso di Allegro non troppo. Mi ha dato una soddisfazione particolare perché lì ho trattato dei temi in modo diverso dal solito e mi ha inorgoglito vedere che è stato capito da tutti. Quando leggo che Ward Kimball (leggendario animatore Disney, ndr) h detto che è questo il film che lo ha colpito di più, è ovvio che sono orgoglioso. Ma lo sono anche in altri casi".

Quali?

"Quando risolvo un problema narrativo, quando riesco a rendere chiaro un tema complicato riuscendo a farlo capire al pubblico".

Ci sono ancora tante storie da raccontare, tanti “problemi“ d risolvere. Che idee ha da sviluppare?

"Nel cassetto ho tante idee, tanti progetti. Poi bisogna vedere se vale la pena di svilupparli".

Scommettiamo di sì?