Davide
Rondoni
CCosa guardiamo quando guardiamo il cielo? Con il cielo dentro, la mia opera di poesia per drammaturgia abita stasera, con mille spettatori o meglio partecipanti, Santa Maria del Fiore a Firenze. Uno dei miei maestri, Mario Luzi, la omaggiò quasi trent’anni fa, con un poema dedicato ai suoi costruttori. Tremano i polsi, il cuore. Ma occorre sempre che un poeta, umilmente, provi a dare voce alla pietra, a questi incanti di quasi feroce bellezza.
Due voci si confronteranno, quella di chi guarda il cielo con la presunzione che la scienza sola possa comprendere il mondo e quella di chi, tra notizie di arcaiche civiltà e attuali inquietudini, sa che la scienza pur importante non basta.
Cosa è la cupola, prodigio di tecnica e metafora del cielo? Come nel caso di Luzi, anche stasera la regia sarà di Giancarlo Cauteruccio e sua una delle voci in scena, insieme a Maria Zappa Mulas. Le musiche originali saranno di Roberto Fabbriciani. L’iniziativa è dell’Opera del Duomo, presieduta dall’economista Luca Bagnoli, con vice il filosofo Sergio Givone, in collaborazione con Teatro Studio Krypton.
Questa sacra rappresentazione contemporanea si conclude con la cupola vista come immagine poetica del ventre di Maria, “bella ragazza incinta” . Il cielo con l’evento cristiano è entrato nella storia, e cammina per strada.
Il Maestro Fabbriciani, insieme alla voce di Monica Benvenuti, dà vita a una composizione originale per soprano e flauto e suoni, ricercando una trama di integrazione con la parola.
La scena si colloca nella suggestiva area della controfacciata, con un consistente sistema di video proiezione. L’ambiente visuale digitale aiuta a leggere lo spazio architettonico tra la imponente materialità e la sua tensione spirituale.
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