
Amorino dormiente di Caravaggio mostra un caso di artrite reumatoide
Alberto Mantovani sarà oggi ospite della XXVI edizione della Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi. Al Volvo Studio di Milano, alle 21, interverranno anche Michela Matteoli e Eliana Liotta, con i saluti di Chiara Angeli e un prologo di Maria Sole Sanasi d’Arpe; a seguire il concerto di Cristina Donà e Saverio Lanza. Anticipiamo il testo dell’intervento di Mantovani, immunologo e divulgatore scientifico.
Roma, 10 giugno 2025 – Riconosci te stesso. Sembra un imperativo etico filosofico, per riflesso si pensa al “te ipsum cognosce, in interiore homine habitat veritas” di Agostino da Ippona. Riconoscere sé stesso, il “self” del gergo immunologico, è una delle caratteristiche fondamentali dell’ “intelligere”, del leggere la realtà, del nostro sistema immunitario.
Riconoscere self da non self, percepire il danno all’organismo, convivere con un immenso universo di microbi vecchi e nuovi potenzialmente aggressivi, eliminare cellule tumorali, o anche solo a rischio di diventare tumorali: sono i compiti che il sistema immunitario svolge continuamente nel nostro organismo. Compiti essenziali per il nostro vivere in salute, il cui svolgimento implica decodificare una enorme massa di informazioni. Una sorta di intelligenza, naturale e non artificiale, dotata di memoria che condivide con il sistema nervoso centrale, il cervello, parole chiave quali riconoscere, comunicare e ricordare.
Il senso di identità del sistema immunitario. Beato Angelico nel convento di San Marco a Firenze dipinge un miracolo fatto dai Santi Cosma e Damiano, il trapianto di una gamba. Grazie al progresso della Ricerca in Immunologia, il “miracolo” dei trapianti, ad esempio di rene, fegato, cuore, midollo osseo, viene fatto ogni giorno.
Nell’equilibrio instabile che il nostro organismo ha con la galassia dei microbi (virus, batteri, funghi) con cui entra in contatto, non sorprende che alcuni patogeni, veri e propri pirati molecolari si siano evoluti mettendo a punto strategie per sfuggire a questo meccanismo di riconoscimento. Ad esempio, alcuni virus e cellule tumorali spengono la luce, rompono lo specchio costituito dal codice MHC. A questa strategia di sovversione, il nostro meraviglioso esercito immunologico contrappone cellule specializzate dette Natural Killer (NK). Queste cellule riconoscono la mancanza di self, la mancanza di carta di identità immunologica. Hanno licenza di uccidere e risolvono il problema in modo drastico, eliminando chi non ha carta di identità o ne ha una falsificata. Quelli che abbiamo fatto sono esempi dell’“intelligenza” del nostro sistema immunitario, capace di riconoscere e usare armi diverse per affrontare nemici molto differenti, che vanno da un virus invisibile al microscopio ottico a un grande parassita intestinale, visibile a occhio nudo.
La definizione dei meccanismi di riconoscimento del sistema immunitario ha avuto un impatto profondo in Medicina, trasformando diagnosi e cura in modo trasversale.
La straordinaria e complessissima macchina immunologica a volte sbaglia. Fallisce il bersaglio, ad esempio, quando aggredisce noi stessi attaccando il self: le malattie autoimmuni e autoinfiammatorie. L’Amorino dormiente dipinto da Caravaggio ne è un esempio drammatico, un bimbo morto molto probabilmente a causa di una forma di artrite reumatoide che colpisce i piccoli. Grazie ai progressi dell’Immunologia, non si muore più di artrite reumatoide giovanile e non si fanno più interventi di artroplastica per rimediare alle lesioni delle ginocchia, visibili in questo Amorino. Le cellule dell’immunità comunicano con parole, le citochine, e la loro scoperta ha permesso di bloccarle quando dette in modo inappropriato, come nel caso del bimbo dipinto da Caravaggio.
Le parole dell’immunità sono parte del dialogo fra cervello e immunità, i due “massimi sistemi” umani, dal punto di vista delle dimensioni (peso, numero di cellule), e dell’impatto. Si tratta di un dialogo che comprendiamo in misura limitata e che continua a riservarci sorprese. Una recente: la paura associata a stress è amplificata da cellule immunitarie dette monociti che pattugliano il nostro organismo. Decifrare gli elementi del dialogo fra sistema nervoso e sistema immunitario rappresenta una frontiera, una sfida e una promessa di orizzonti nuovi in Medicina.