Alle 00.01 del 9 novembre 2023, dopo 118 giorni, è ufficialmente terminato lo sciopero degli attori di Hollywood. Il sindacato Sag-Aftra ha infatti raggiunto un accordo provvisorio con i grandi Studios sul rinnovo del contratto triennale, mettendo fine così alla più grande mobilitazione di settore della storia. Oggi è attesa la ratifica ufficiale da parte del consiglio nazionale dell’associazione e, se tutto filasse liscio, il nuovo contratto dovrebbe entrare in vigore molto presto. Altrimenti si riaprirà il tavolo delle trattative con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp), cosa che nessun fan e appassionato si augura.
La notizia dell’intesa raggiunta è arrivata negli Usa nella serata di mercoledì 8 novembre con un messaggio diretto agli iscritti del sindacato Sag-Aftra, guidato dall’ex “Tata“ tv, una Fran Drescher che si è rivelata tostissima. Informazioni più approfondite sui contenuti del nuovo contratto arriveranno strada facendo, ma qualcosa è già stato fatto trapelare. Il patto sottoscritto ha un valore di oltre un miliardo di dollari e include aumenti ai salari minimi, uno speciale "bonus di partecipazione allo streaming", regolamenti sull’intelligenza artificiale, massimali più elevati per i fondi sanitari e pensionistici, aumenti e disposizioni specifiche per le diverse categorie di interpreti impegnati sul set. Sembra, quindi, che tutti i nodi su cui si è discusso negli ultimi mesi abbiano trovato una soluzione. La stessa Amptp ha dichiarato che il nuovo contratto, che regola il lavoro di circa 160mila attori e attrici, rappresenta "un nuovo paradigma".
Il vecchio contratto era arrivato a scadenza il 13 luglio scorso senza l’accordo per il rinnovo. Dal giorno dopo gli interpreti hollywoodiani di cinema, radio e tv hanno smesso di lavorare, unendosi allo stop degli sceneggiatori iniziato il 2 maggio. Questa combinazione di fattori ha creato un contesto senza precedenti a livello di potere contrattuale: senza scrittori e senza attori produzioni come Deadpool 3 e Venom 3, serie tv e talk show di punta si sono fermati causando la perdita, secondo una stima del Milken Institute, di quasi 6 miliardi di dollari nell’economia californiana. Gli sceneggiatori, rappresentati dalla sigla Writers Guild of America, hanno infine raggiunto l’intesa con i produttori il 27 settembre, e il 2 ottobre si è riaperto il tavolo con Sag-Aftra. Le speranze di trovare una soluzione rapidamente non mancavano, erano anche scesi in campo i vertici del settore produttivo ovvero il co-ceo di Netflix Ted Sarandos, il ceo di Warner Bros. Discovery David Zaslav, il ceo di Disney Bob Iger e il presidente di NBCUniversal Studio Group Donna Langley. La trattativa, però, si era bloccata l’11 ottobre sulla proposta del sindacato – giudicata irrealizzabile – di corrispondere una cifra agli attori per ogni abbonato ai servizi streaming. La tensione è arrivata ai massimi livelli superata la soglia dei 100 giorni di sciopero.
A quel punto la mobilitazione si è estesa a tutti i livelli dello showbiz, con le superstar di Hollywood a mediare con gli studi cinematografic. Le parti si sono riunite di nuovo il 24 ottobre, dopo uno stop di due settimane. Questa volta, gli studi sono arrivati con un’offerta più generosa in tema di aumento salariale e di bonus sullo streaming, prendendo come riferimento quanto già fatto durante la trattative con gli sceneggiatori, e si è trovata la quadra. Zac Efron e Jeremy Allen White hanno saputo dell’accordo mentre erano sul red carpet dell’anteprima di The Iron Claw: "È fantastico – hanno esclamato entrambi – ora ripartiranno i progetti lasciati in sospeso e tra qualche mese torneremo ad avere cose da guardare".
E anche gli Oscar sono in salvo.