Sabato 19 Luglio 2025
LORENZO GUADAGNUCCI
Libri

Un altro sguardo sulle foibe. Storia e violenza oltre la retorica

Il romanzo del triestino sloveno Marij Čuk

"La foiba" di Marij Čuk

"La foiba" di Marij Čuk

Se Marco Balzano, col suo Bambino (Einaudi), ci ha portati nel cuore del fascismo triestino – il più precoce e il più feroce d’Italia – attraverso la figura di uno stolido e violento squadrista, Marij Čuk, con il suo La foiba (Mladika), ci conduce a osservare la travagliata storia della città giuliana dalla visuale opposta, quella di un giovane triestino della minoranza slovena. Il protagonista è Riko Vodopivec, ribattezzato suo malgrado Enrico Bevilacqua, in applicazione delle leggi razziste che colpirono la minoranza slovena, vittima sotto il fascismo di un autentico "genocidio culturale", come ha scritto lo storico Elio Apih nel suo volume Trieste (Laterza 2015).

Giornalista e scrittore con una speciale vocazione per la narrazione storica, Čuk affronta il tema della violenza collettiva affidando al suo protagonista il compito di “vivere la storia“ nel suo farsi con lo spirito di un osservatore partecipante. La violenza politica, a Trieste, ha suscitato passioni mai sopite, culminate nella vasta retorica sugli italiani infoibati a guerra finita, una retorica che ha travolto le evidenze storiche e portato a una forte frizione con la minoranza cittadina e con gli stati confinanti, i generici "slavi" del discorso pubblico corrente. Cuk affronta il tema con prudenza e attenzione, consapevole della manipolazione storica degli ultimi anni ma secondo una prospettiva che lui stesso definisce "umanitaria". Bevilacqua, tornato Vodopivec a liberazione avvenuta, si troverà a fare personalmente i conti col tema della giustizia e della vendetta, in un meditato e non banale finale di romanzo.