
Storia, politica e vuoti di memoria: "Ricordare per cambiare passo"
Firenze, 9 giugno 2024 – Si parla tanto di memoria, forse anche troppo, e qualche volta a sproposito. Maurizio Maggiani con La memoria e la lotta. Calendario intimo della Repubblica (Feltrinelli) traccia un percorso nella storia – in ciò che merita d’essere ricordato e celebrato – molto personale, per larghi tratti autobiografico e poetico. "La memoria – scrive – è cura, è dedizione, la memoria è costanza, opera di paziente e delicata manutenzione. La memoria è inciampo, è l’inattesa asperità che costringe a sostare, chiedersi, e cambiare di passo".
Figlio di un partigiano uscito dalla guerra non con la speranza ma "con la certezza che fra tutte le incertezze della vita a venire la pace sarebbe stata un punto fermo", Maggiani è spinto a ragionare sulle radici storiche e politiche della repubblica e sulle sue feste codificate, dal 25 aprile al 2 giugno, raccontate e ripensate alla luce dei ricordi e dell’esperienza personale.
L’autore rimarca anche quello che non c’è, i poco innocenti vuoti di memoria. In Francia, fa notare, accanto al 27 gennaio, Giorno della memoria in ricordo della shoah (e altri genocidi compiuti dal nazismo), si ricorda anche il 16 luglio, il giorno – nel 1942 – del rastrellamento, compiuto dalla polizia francese a Parigi, di tredicimila ebrei, poi avviati ai campi di sterminio. Da "smemorati", si chiede Maggiani, "potremmo mai erigere dalle macerie di cui abbiamo disseminato la contemporaneità quel mondo di giustizia, di fraternità, di pace a cui parrebbe che tutti aspiriamo?"