Giovedì 12 Giugno 2025
GIULIA CARLA DE CARLO
Libri

Starnone nel mare della letteratura: "La fatica di scrivere con ironia"

Al Premio “Piero Ottone“ dell’isola di Capraia ha ottenuto il riconoscimento assegnato dai lettori

Domenico Staronene, 82 anni, scrittore e sceneggiatore, ha vinto il Premio Strega nel 2001 con Via Gemito (Feltrinelli)

Domenico Staronene, 82 anni, scrittore e sceneggiatore, ha vinto il Premio Strega nel 2001 con Via Gemito (Feltrinelli)

Sull’isola di Capraia, tra mirto e lentisco, si è conclusa sabato la II edizione del Premio letterario internazionale del mare Piero Ottone. La giuria tecnica (presieduta da Loredana Lipperini e composta da Anna Folli, Ilide Carmignani, Giovanni Capecchi, Gianluca Borghese, Elena Pianea, Bettina Bush Mignanego, Nadia Terranova e Donato Marzano) ha assegnato il Premio opera italiana ex aequo ad Alma (Feltrinelli) di Federica Manzon e a Il sentimento del mare (Einaudi) di Evelina Santangelo, e il Premio opera straniera a Al mare (Fazi) di Dörte Hansen. I premi Porti di mare sono andati a Pellerossa di Veronica Galletta (Minimum Fax), Alma di Federica Manzon e L’odore freddo del mare di Elizabeth O’Connor (Garzanti). Tra i riconoscimenti più attesi: il Premio Pegaso delle Biblioteche toscane, assegnato da 80 lettori selezionati delle biblioteche della regione e consegnato a Domenico Starnone per Il vecchio al mare (Einaudi), romanzo che intreccia ironia e malinconia, tempo e memoria, con il mare come vero protagonista. Il romanzo ha avuto anche il Premio speciale Lega Navale.

Starnone, questo premio letterario celebra opere legate al mare, alle isole, alla navigazione. Che tipo di relazione ha con questi temi?

"Sono nato e cresciuto in una città di mare, Napoli. Non so se amo il mare per questo. Appartengo alla Napoli che, almeno durante l’infanzia, il mare lo vedeva poco e da lontano. E comunque anche da ragazzo l’esperienza del mare non è stata preponderante. La conseguenza è che lo amo moltissimo ma senza conoscerlo davvero. Al centro di questo amore metto solo due piccole esperienze della prima giovinezza: le volte in cui con amici affittavamo una barca e passavamo in acqua il tempo necessario per considerarci abili nuotatori; e sei mesi di canottaggio durante i quali mi sono sentito una promessa di quello sport".

Che valore ha per lei vincere il Premio Pegaso, un premio deciso da chi legge?

"Un valore altissimo. Sono molto grato a chi legge. Senza lettori i libri sono tombe e se nessuno alza il coperchio non c’è modo di risorgere nemmeno grazie alla parola scritta".

Considera il giudizio critico e quello dei lettori “comuni” due binari distinti o due tipologie di letture che si completano?

"Sono, o dovrebbero essere, due modi diversi di leggere, l’uno ad alta specializzazione, l’altro che dice bello o brutto, simpatico, antipatico, noioso, divertente. Ma il nocciolo è lo stesso: l’insufficienza dell’autore. La scrittura, come tutte le cose di questo mondo, ha un bisogno assoluto dello sguardo dell’altro".

Nel suo romanzo si avverte un forte senso di consapevolezza del tempo, dell’età, della memoria. Chi è Il vecchio al mare?

"Potrei rispondere per tagliere corto: io. Ma non è vero. C’è un cospicuo numero di vecchi, in quel libro, osservati nella realtà o cavati fuori da libri che ho amato, primo tra tutti Il vecchio e il mare di Hemingway".

Nei suoi scritti convivono spesso l’ironia e la malinconia. È una sua cifra stilistica o una visione del mondo?

"Direi che è una visione del mondo. Del resto la cifra stilistica, quando c’è, viene da una qualche visione del mondo".

Come è cambiato il suo modo di scrivere e di leggere negli anni?

"Nella scrittura l’ironia ha fatto sempre più fatica a dare forma alle piccole tragedie di ogni giorno. Quanto alla lettura, è diventata sempre più tollerante. Oggi mi pare di trovare qualcosa di imperdibile in ogni libro che leggo".

Il desiderio di dire la verità, e al tempo stesso il bisogno di mascherarla, attraversa molti dei suoi libri: la letteratura è un modo per scoprire o per celare?

"Il linguaggio serve innanzitutto a nasconderci. Parliamo e scriviamo proteggendoci. Diamo il meglio solo quando ci serviamo dell’immaginazione per frugare spregiudicatamente dentro noi e dentro gli altri. Ma il fallimento è sempre dietro l’angolo. È difficile essere veramente spregiudicati e veramente inventivi".

C’è un autore o un libro legato al mare che le ha cambiato il modo di intendere la scrittura?

"A diciassette anni Italo Calvino. Lessi I racconti e la prima storia era piena di mare. Quasi contemporaneamente lessi Ferito a morte di Raffaele La Capria, altro libro importante, altro libro che comincia direttamente nelle profondità marine".