Giovedì 24 Aprile 2025
SIMONA BALDELLI
Libri

Nell’“America profonda“ con il coraggio di Manuela

Nuovo appuntamento con la rubrica di Simona Baldelli “Il libro degli altri”

Il romanzo d’esordio “L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte”.

Il romanzo d’esordio “L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte”.

Manuela cara, il tuo romanzo d’esordio “L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte” non mi è capitato fra le mani per caso. Io al caso non credo o, se proprio c’è, ce lo siamo architettato noi stessi. Il tuo libro sembra infatti disporre delle coordinate e le chiavi giuste per interpretare questo oscuro presente e la cronaca più recente.

Siamo nel South Dakota, a pochi passi da una riserva indiana. In un locale è stata uccisa una giovane nativa, Callista Wood. Lo sceriffo che indaga raccoglie le confessioni di otto abitanti: ciascuno di loro si autodenuncia del delitto. Eppure. Eppure il mistero è ben lontano dall’essere risolto.

C’è un suggerimento, fra le scuole di scrittura, che dice: racconta solo ciò di cui sai. Cosa può sapere allora, verrebbe da chiedersi, una scrittrice che è nata e vive a migliaia di chilometri da quei territori, con un oceano in mezzo, di riserve indiane? Come mai subisce il fascino della “frontiera”, di quelle distese sterminate e quasi deserte, regno di scoiattoli e procioni? Come se le frontiere e gli spazi deserti, l’isolamento, lo spaesamento e la violenza, si trovassero solo a certe latitudini. O se da questa parte del mondo nulla sapessimo di gente costretta a vagare dopo che gli è stato sottratto il suo metro quadrato di terra. E se questo non fosse sufficiente, potremmo aggiungere le preziose parole che Chris Offut, uno dei più grandi scrittori nordamericani, spende nella prefazione al tuo romanzo: "Decidere di scrivere è un atto di fede. Uno scrittore deve credere fortemente che quanto inventa sulla pagina – le vite di persone immaginarie – possa essere interessante per gli sconosciuti che leggeranno il libro. Soprattutto, scrivere richiede il coraggio necessario a correre un rischio enorme: saltare nel vuoto senza alcuna protezione. Con questo romanzo, Manuela Montanaro ha dimostrato di avere questo coraggio".

Io, l’interesse di cui parla Offut, l’ho trovato a piene mani. Sarà per il bisogno di comprendere quel continente amico fino a ieri e che ora ci sembra rivale, quella “America profonda” spesso dimenticata, fatta di roulotte e case mobili, povertà e disagio ai quali reagisce con rabbia; sarà per le donne protagoniste, ognuna con una ferita o mancante di qualcosa, inchiodate all’eterno destino di dover pagare un biglietto d’ingresso per stare al mondo. Conquistare ogni piccola cosa a costo di fatiche enormi, rinunce, lutti. Quando addirittura non gli viene portata via la vita stessa. Il dolore privato e la rabbia dei singoli finiscono per sommarsi e avvelenare un’umanità intera, quando ritiene di essere stata violata e dimenticata. Dovremmo imparare dagli otto tuoi personaggi che si autoaccusano del delitto di Callista Wood, perché nella ferita di un singolo c’è spesso la mano di molti. Grazie per avercelo ricordato.