Venerdì 18 Luglio 2025
MARCO BUTICCHI
Libri

L’arte di aggirare la pagina bianca

Nuovo appuntamento con la rubrica di Marco Buticchi “Il profumo delle pagine”

Immagine generata da Gemini

Immagine generata da Gemini

Scrivere un semplice racconto non è frutto di un momento magico dettato dall’ispirazione. Certo, ci vuole anche quella, ma per creare attenzione e tensione narrativa in chi leggerà, molte sono le variabili che entrano in gioco: originalità, perseveranza, precisione, verosimiglianza, sorpresa, attenzione, meraviglia e mille altre ancora. Se tanti sono gli ingredienti per ben condire un racconto di poche righe, immaginate il castello che l’autore costruisce attorno al romanzo. Tutto pare facile, visto dall’esterno: ci si siede, s’impugna lo strumento di scrittura e le parole si susseguiranno come un fiume in piena sino alla fine. Mi dispiace deludere chi così pensa.

Le fasi di stesura sono assai più delicate: tutto deve quadrare come i tasselli di un puzzle che, spesso, faranno scoprire il disegno finale solo quando avrai incastrato l’ultimo.

Questo accade ammesso che tutto proceda – caso più unico che raro – senza intoppi. Ma che fare quando ci si trova alle prese con lo spettro di ogni persona che si accinge a scrivere per lavoro o per diletto? Si chiama sindrome della pagina bianca. Ovvero, il blocco dello scrittore.

La schermata vergine diventa un baluardo insormontabile e ogni tentativo di riempirla d’inchiostro (elettronico) serve solo ad accumulare frasi da cestinare. Non ve la prendete. Capita a tutti quelli che cercano di inanellare parole con senso compiuto per qualsivoglia fine. Soprattutto: niente panico! Più ci si incaponisce e più diventa difficile.

Alzatevi, prendete una boccata d’aria, fate una telefonata, una chiacchiera con qualcuno: è la pagina che deve assecondare i vostri comodi e non viceversa. Se posso permettermi, vi dico che cosa faccio io nelle rare occasioni di blocco. In un primo momento abbandono la sfida: mani in alto mi allontano dalla tastiera e, come un codardo in singolar tenzone, fingo una resa senza condizione. Tutto è frutto dei meandri della mente. Anche la pagina lo sa e se ne approfitta. Il suo delirio di vittoria le fa, dopo un po’, abbassare la guardia. Ecco il momento per tornare all’attacco e assalire quel foglio intonso con parole, magari diverse da quelle del romanzo al quale sto lavorando: un articolo per il giornale, l’inizio del racconto che avevo in mente, stendere appunti per una ricerca.

Nella maggior parte dei casi tocca alla pagina gettare a quel punto la spugna (bianca) e aprirsi alla cascata di parole dell’autore. Non nego che vincere il blocco dello scrittore è sempre una grande soddisfazione che regala un buon numero di nuove pagine senza ulteriori intoppi.

Avanti a testa bassa e… buon lavoro!