Martedì 10 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Jonathan Coe a Roma con il suo ultimo libro. “Scrivo di politica: non mi piace, ma lo devo fare”

“La prova della mia innocenza” (Feltrinelli) racconta le sette settimane al governo di Liz Truss in cui la Gran Bretagna “si è distaccata dalla realtà”

L'autore britannico Jonathan Coe, 63 anni

L'autore britannico Jonathan Coe, 63 anni

Roma, 15 novembre 2024 – “Non mi piace scrivere di politica, eppure mi ritrovo a farlo per una sorta di strana compulsione” ha detto Jonathan Coe, scrittore britannico molto amato in Italia, in occasione della presentazione del suo ultimo libro, “La prova della mia innocenza” (Feltrinelli) alla libreria Feltrinelli di Torre Argentina, a Roma. Un mix di generi, dal cosy crime alla dark academia passando per l'autofiction, in cui però si inserisce anche la politica.

“Scrivere questo libro è stato molto divertente – ha detto Coe – Ma non perché è politico, quanto piuttosto per via del pastiche di stili diversi”. Si tratta di un racconto che, tra una protagonista che cerca di trovare il proprio posto nel mondo e un omicidio misterioso, fotografa le sette settimane al governo di Liz Truss e la trasformazione dell'ala conservatrice britannica dagli anni '80 ad oggi, il tutto giocando con i concetti di verità e finzione. “Nessun nostro primo ministro è mai durato meno di due mesi” ha spiegato Coe, aggiungendo che però “bisogna ricordare che non è stata eletta dai cittadini, ma dai membri del suo partito”. L’autore ha voluto registrare quel momento nel suo libro perché “È come se in quella settimana, in cui è morta anche la regina, la Gran Bretagna si fosse distaccata dalla realtà”.

Copertina di "La prova della mia innocenza" (Feltrinelli), di Jonathan Coe
Copertina di "La prova della mia innocenza" (Feltrinelli), di Jonathan Coe

“La prova della mia innocenza” per Coe è stato un esercizio di stile proprio perché unisce alcuni dei generi più in voga della narrativa odierna. Non esclude anche elementi pop infatti, come la passione dei personaggi per la storica sit-com “Friends”, tornata in voga negli ultimi anni tra le giovani generazioni: “L'ho notato nelle mie figlie – ha detto – È come se ci fosse una nostalgia per un tempo mai vissuto, esiste un termine per definirla, anemoia. Ma la nostalgia, come l'alcol, crea dipendenza, e dovremmo assumerne con moderazione”. 

L’autore ha parlato anche della sua passione per la letteratura italiana: “Tra i contemporanei la mia scrittrice preferita è Nadia Terranova – ha rivelato – Mi è piaciuto molto ‘Addio fantasmi’. Un bellissimo libro. Quanto a quelli del passato, amo Italo Calvino. Anche se in generale molto diversi, penso che ‘Se una notte d'inverno un viaggiatore’ e ‘La prova della mia innocenza’ si somiglino per come diversi libri si muovono nello stesso libro. Mi piacciono questi giochi narrativi”.

Jonathan Coe è nato a Birmingham nel 1961, si è laureato a Cambridge e a Warwick, vive a Londra. Con Feltrinelli ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui “La famiglia Winshaw” (1996), “La casa del sonno” (1998), “La banda dei brocchi” (2002), “Circolo chiuso” (2005), “La pioggia prima che cada” (2007), “Middle England” (2018) e “Bournville” (2022).

C.C.