
Piombo e latte (Bompiani) dello scrittore e giornalista Luca Mastrantonio fa parte di quello che Javier Cercas definisce il genere...
Piombo e latte (Bompiani) dello scrittore e giornalista Luca Mastrantonio fa parte di quello che Javier Cercas definisce il genere letterario delle domande. Parte dai tragici eventi della notte del 17 agosto 1978, quando il giovane Dirk Hamer, 19 anni, viene colpito da un proiettile mentre dorme su una barca in rada presso l’isola di Cavallo, in Corsica, dov’è in vacanza con la sorella Birgit: Dirk avrà un calvario di cento giorni prima di morire. Per quanto accaduto finisce sotto accusa e poi sotto processo Vittorio Emanuele di Savoia, che sarà in seguito assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale. Una sentenza francese molto controversa, che lo condanna a una pena lieve solo per porto abusivo di armi perché, scrissero i giudici transalpini, il colpo era partito da un’arma diversa da quella posseduta dal principe.
Ma perché Piombo e latte? Cosa c’entrano il piombo e il latte con la morte di Dirk Hamer? È presto detto: nei cento giorni di degenza fra la vita e la morte, il ragazzo chiede spesso da bere del latte, che i genitori gli offrono di nascosto, contro il parere dei medici. Nessuno può ancora immaginare che il piombo è quello delle armi da fuoco, quello delle tipografie, e il latte è proprio l’antidoto a quella sostanza velenosa che il corpo di Dirk reclama.
Da qui, dal dolore di una famiglia travolta da una tragedia che non ha mai avuto una definitiva verità processuale né, tantomeno, giustizia, Mastrantonio inizia un’inchiesta che è molto più di essa, affiancando la pietas all’occhio freddo del cronista e cercando il bandolo di una matassa che affonda nelle nostre più profonde paure, nelle nostre più irragionevoli speranze.
E dunque, in questo disperato viaggio fra dolore e verità impossibili da maneggiare, si va alla scoperta del padre di Dirk, il dottor Ryke Geerd Hamer che, in seguito alla perdita del figlio e della moglie, dà impulso alla “Nuova medicina germanica“, opponendosi alle terapie farmacologiche per mettere al centro della cura i traumi psichici che considera l’origine di ogni malattia. Ne farà un credo di vita, il dottor Hamer, morto nel 2017 a 82 anni, tanto da essere radiato dall’Albo professionale dei medici tedeschi per le sue teorie e, per questo, anche finito in carcere più volte.
E alla fine del viaggio, in cui Mastrantonio ci guida con sapienza, resta la domanda delle domande: c’è una cura per la malattia dell’anima?
m. p.