Firenze, 17 settembre 2024 – Cinzia Zanfini, 62 anni, lavora come libraia Feltrinelli da 36 anni. Di cambiamenti ne ha visti tanti, e di recente, ha potuto assistere alla nascita di un nuovo fenomeno destinato a influenzare radicalmente il mondo dell’editoria. Dopo il primo lockdown, nel 2020, molte giovani ragazze – molte più del solito – hanno cominciato a recarsi in libreria, tutte alla ricerca degli stessi libri. Non solo libri nuovi, ma anche titoli usciti molti anni prima, come “La canzone di Achille” di Madeline Miller, o “Follia” di Patrick McGrath, erano richiesti a gran voce da questo nuovo giovane pubblico. Così ha iniziato a manifestarsi il fenomeno del BookTok.
Come è venuta a conoscenza del BookTok?
“In libreria lo conosciamo ormai già da diversi anni. Dopo il lockdown entravano in libreria ragazze molto giovani, e c'erano libri usciti molti anni fa che ritornavano nella top 10. Parlando con le giovani clienti e con chi aveva in famiglia adolescenti che sono su TikTok, abbiamo scoperto il BookTok, un fenomeno che ha sempre più seguaci e sempre più influencer”.
Che impatto ha avuto all’inizio sul mondo dell’editoria italiana?
“All'inizio non era molto preso in considerazione, ma adesso non esiste salone del libro in cui non venga dedicato uno spazio anche alle booktoker. E' un fenomeno che è partito dal basso. Le prime booktoker italiane che hanno avuto grande seguito, come Valentina Ghetti o Megi Bulla, conosciuta come @labibliotecadidaphne, sono un'insegnante e un'ingegnera. Sono persone che non necessariamente hanno una formazione umanistica, e comunque parlano di libri sui social e le persone le seguono per questo. La casa editrice Rizzoli ha addirittura fatto delle edizioni che si chiamano ‘I libri di Daphne’, una selezione di titoli fatta da Bulla, principalmente romance o fantasy – o romantasy”.
BookTok è un fenomeno social: quanta importanza danno le booktoker all’immagine?
“Libri come "I libri di Daphne" sono edizioni curatissime. Hanno una veste editoriale molto curata, copertine con disegni, pagine decorate, colorate. Questo è un aspetto interessante: alle booktoker piace l'edizione bella da vedere. Sul BookTok questa attenzione all'estetica è evidente nei video delle influencer, che si riprendono nella loro camera, con la libreria ordinata alle spalle, i libri in queste edizioni rilegate e belle, i post-it colorati per segnare le pagine, i tipi diversi di evidenziatori per sottolineare le parti più interessanti. C'è una certa attenzione quindi al prodotto libro, che deve essere un bell'oggetto. Sui social l'immagine conta molto”.
Come avete accolto il fenomeno BookTok in libreria? “Abbiamo fatto subito degli scaffali dedicati al BookTok, in cui erano raggruppati i libri che sul social erano di tendenza. Forse siamo stati anche i primi a capire che era un valore aggiunto che ci fosse questo pubblico, che arrivassero giovani in libreria grazie a TikTok. Quando è scoppiato un fenomeno letterario come ‘Il Fabbricante di Lacrime’, c'era gente che riteneva che avere un libro nato su Wattpad in classifica fosse un indicatore della decadenza dei tempi. Ma noi librai con i libri ci lavoriamo e dobbiamo prestare attenzione alle vendite. E i ragazzi che seguono le booktoker comprano davvero i libri che vedono nei video, quindi non può essere che positivo”.
Le booktoker sono principalmente donne. Così come le donne costituiscono la maggior parte della popolazione che legge. Come mai, secondo lei? “Non saprei. Forse perché alle donne piace di più sentirsi raccontare delle storie, o perché hanno una mentalità più aperta e curiosa, o perché a loro piace vivere tante vite – le vite degli altri, oltre alla loro. Le donne leggono molta narrativa. Io ho fatto la libraia per ragazzi per 12 anni, e spesso le persone non acquistavano certi libri per i loro figli maschi perché la protagonista era una femmina, ad esempio. Noi donne abbiamo sempre letto libri in cui i protagonisti erano uomini, non ci siamo mai fatte preclusioni. Siamo più abituate a spaziare, gli uomini sono più chiusi forse”.
Il romanzo rosa, il genere più presente sul BookTok, è ancora considerato “inferiore”? “Sì, da alcuni sì. Secondo me il successo di un genere lo decreta il pubblico, ma nonostante il successo del romance molti lo considerano ancora un genere basso. Una volta si parlava di paraletteratura o romanzo d'evasione, in cui rientrava tutta la letteratura di genere come anche il giallo. Era qualcosa che si leggeva, ma non era considerata vera letteratura. Queste distinzioni secondo me non dovrebbero nemmeno più esistere. E secondo me la percezione adesso è molto cambiata”.
Secondo lei, quanta influenza ha il BookTok sul mercato editoriale adesso? “Una buona influenza sicuramente. Noi abbiamo assistito a fenomeni letterari che sono nati proprio grazie al Booktok, e ad altri che sono rinati sempre per lo stesso motivo, come ‘Il cardellino’ di Donna Tartt, o ‘Follia’ di McGrath, che è uscito più di 30 anni fa e l'anno scorso è rientrato nelle classifiche”.
Sta avendo un impatto positivo o negativo sul mondo dei libri? “Positivo, secondo me. Noi librai vediamo come ha cambiato l'utenza della libreria, vediamo giovanissime che entrano a comprare libri in numero sempre maggiore. Le booktoker fanno leva sulle emozioni, condividendo con i followers l'impatto emotivo del libro che hanno letto: è qualcosa che parte dal profondo. Ha portato anche a una riscoperta di classici come Jane Austen, alla nascita di nuove serie di collane dei classici con nuove edizioni molto curate e belle, alla diffusione di molti sottogeneri: le lettrici leggono tutto. Il BookTok si sta manifestando anche proprio come un fenomeno di legame tra le persone, che nasce in rete ma diventa qualcosa di reale”.