Lasciate che i ragazzi leggano i libri che gli piacciono, parleranno meglio

'Harry Potter', 'Twilight' o thriller di classifica non importa: leggere romanzi per puro piacere, quale che sia il genere, migliora le loro abilità linguistiche

La narrativa di genere ha effetti positivi sui giovani lettori

La narrativa di genere ha effetti positivi sui giovani lettori

La saga di 'Harry Potter'? Perché no. Oppure quella di 'Twilight' o di 'Hunger Games' o delle 'Cronache del ghiaccio e del fuoco' (alias 'Il Trono di Spade'), i thriller di James Patterson o di Carofiglio e Carrisi, i libri di Danielle Steel: qualunque romanzo va benissimo, anche di massa, anche se privo di particolari ambizioni letterarie, purché leggiate per puro piacere. Secondo un nuovo studio è questo il fattore chiave: più le persone leggono opere di fiction che amano, più è probabile che le loro capacità linguistiche siano migliori. La ricerca è stata condotta da un team della Concordia University, della York University e di altri istituti canadesi. Si è concentrata su un'età particolare e meno approfondita in questo ambito, quella dei giovani adulti, durante la quale si consolidano le abitudini e le preferenze di lettura e si passa dall'imposizione di libri scelti da altri (la narrativa studiata a scuola, ad esempio) alla scelta consapevole di cosa si vuole leggere. Duecento studenti della York University si sono sottoposti a una serie di test volti a misurare vari aspetti del loro approccio alla lettura e il livello delle loro competenze linguistiche. Dall'analisi dei dati, i ricercatori hanno concluso che "il piacere della lettura, un atteggiamento positivo e interessi radicati permettono di prevedere delle migliori abilità verbali, e che queste sono associate soprattutto al consumo di narrativa rispetto alla non-fiction [ossia saggistica, giornalismo, biografie, eccetera]". I ricercatori consigliano quindi a genitori e insegnanti di coltivare nei ragazzi l'amore per i libri lasciando che leggano quello che vogliono, senza che si sentano criticati o in imbarazzo per i loro gusti. "Il desiderio di rileggere un libro più volte, l'impulso a consumare una serie intera, il sentirsi connessi a personaggi e autori, sono tutte cose positive", dice una delle ricercatrici, Sandra Martin-Chang. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Reading and Writing.