di Lorenzo Frassoldati
Una sola famiglia al comando da quattro generazioni. Pionieri della ricerca ma legatissimi alle tradizioni e al territorio. Il padre, Nicodemo, negli anni ’60 e ’70 caricava la macchina di bottiglie e si faceva migliaia di chilometri per andarle a vendere in Germania, sfruttando la rete dei ristoranti e pizzerie gestite da calabresi (e quello tedesco è oggi il primo mercato estero dell’azienda). È nata così Librandi, la prima azienda vitivinicola della Calabria, insediata sulla costa ionica a Cirò Marina, tra vigneti collinari e pianeggianti incastonati nella macchia mediterranea. Cantina portabandiera della denominazione-simbolo della regione (Cirò), qui il vino è storia. Quella che i Greci chiamarono ‘Enotria tellus’, Terra del vino, produceva vini famosi fin dall’antichità. Qui la cultura del vino (e dell’olio) nasce tra terra e mare, tra montagne innevate d’inverno e spiagge dorate d’estate. "Da questo paesaggio unico – racconta Nicodemo, ancora anima pulsante dell’azienda – noi Librandi traiamo ispirazione per incarnare la tradizione enologica di una zona vocata alla coltivazione della vite". L’azienda è da sempre a gestione familiare: guidata fino al 2012 dai fratelli fondatori Antonio e Nicodemo Librandi, oggi, dopo la scomparsa di Antonio, l’azienda è condotta da Nicodemo, Raffaele, Paolo, Francesco e Teresa Librandi (foto). L’attività di imbottigliamento dei vini a base Gaglioppo (rosso) e Greco Bianco ha inizio nel 1953. Il cavallo di razza qui è l’uva Gaglioppo, il ‘principe nero’ del Cirotano, base dei rossirosati di territorio, una volta prodotti in quantità massive e svenduta sui mercati del Nord; e oggi rilanciata con produzioni ridotte e vini di grande eleganza. Col Greco si fa il Cirò Bianco Doc, asciutto e secco, sia l’Asylia Bianco, un Doc Melissa, di grande sapidità. La maison calabrese, un vero laboratorio sperimentale di enologia, ha recuperato anche due vitigni autoctoni dalle origini antiche: il Magliocco roso e il Mantonico bianco. Le tenute sono sei: totale 350 ettari, dei quali 232 vitati, 80 a uliveto e i restanti boschivi. La produzione totale annua è 2,5 milioni di bottiglie, il 45% di export , dalla Svizzera al Giappone. "Il nostro obiettivo – racconta Paolo Librandi – è produrre vini di territorio e la gestione ottimale della vigna è la base delnostro lavoro". Dal 2019 (anniversario dei 50 anni della Doc Cirò) è in commercio la linea ‘Segno Librandi’ solo per Horeca: tre nuove etichette pensate per i Cirò rosso, rosato e bianco. "La concomitanza dei due eventi – spiega Raffaele Librandi, presidente del Consorzio Cirò – è motivo di orgoglio".