Disamore, romanzo di Libero Bigiaretti (1905 – 1993), pur non essendo un epistolario in senso “classico” si rifà a tale genere letterario. Pubblicato la prima volta quasi settant’anni fa e non più stampato da circa mezzo secolo, l’opera dello scrittore marchigiano è stata ora rieditata – con prefazione e curatela di Carla Carotenuto – per iniziativa della sua città natale, Matelica, in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa dell’autore.
Il romanzo è costituto da due lunghe lettere, quelle che Bruno e Silvia si scambiano alla fine della loro storia d’amore. La particolarità dell’opera è che essa nasce in due tempi. Nel 1948 l’autore aveva scritto per Garzanti Un discorso d’amore (Premio Fiuggi in quello stesso anno) costituito dalla lunga lettera che il protagonista, Bruno, intellettuale antifascista, scrive alla sua ex compagna per spiegarle le ragioni della fine della loro relazione, durata un quinquennio, con al centro il periodo della Resistenza.
Anni dopo, invitato a ripubblicare l’opera, Bigiaretti – come lui stesso spiega in una “nota d’autore” riprodotta in appendice anche in questa riedizione – ritiene di dover dare voce al personaggio di Silvia, "oltre che per una esigenza di architettura narrativa – scrive – per la necessità di esprimere il mio personale giudizio su Bruno".
Nell’edizione del 1956 per Nistri-Lischi, poi in quella del 1964 per Bompiani e quindi in quella del 1974 per Garzanti, il soliloquio maschile del romanzo originario muta in un dialogo epistolare a distanza tra “i due ex amanti delusi“. Nel ripercorrere con la memoria episodi e “silenzi“ della loro vicenda sentimentale, i protagonisti esprimono punti di vista differenti, tali da spingere Silvia ad accusare Bruno di “non aver scritto la storia del nostro amore ma quella del tuo disamore”.
Romanziere, poeta, autore teatrale, redattore per riviste e programmi radiofonici e televisivi, stretto collaboratore per anni di Adriano Olivetti, che gli aveva affidato l’incarico di far coabitare in azienda la cultura industriale con l’amore per l’arte e la letteratura, Libero Bigiaretti appartiene oggi a quella schiera di autori del Novecento che rischiano di cadere nell’oblio.
E siccome gli scrittori vivono fin quando c’è chi li tiene in vita, l’iniziativa di rieditare i romanzi di Bigiaretti, iniziata con Disamore, vuole far riscoprire un autore che con la sua vasta produzione letteraria, molto incentrata sui sentimenti umani, si presenta ancora oggi quanto mai attuale.
Alessandro Feliziani