Giovedì 22 Maggio 2025
ANDREA MARTINI
Magazine

L’estro di Charlotte Gainsbourg "Una donna che rinasce. Come me"

Alla Berlinale con “I passeggeri della notte“, ambientato nella Francia di Mitterrand

di Andrea Martini

"Moglie e madre di due figli adolescenti abbandonata dal marito. Una situazione senza apparente via d’uscita raccontata con i toni sommessi del dolore e della progressiva, quotidiana, riconquista della vita. Ho amato questo ruolo perché la protagonista difendendo la propria intimità riesce ad aprirsi al mondo. è molto vicino alla mia vera natura". Charlotte Gainsbourg, cinquant’anni, tre figli e un solo marito continua a vantare una bellezza segreta, unica, indossata con naturalezza. Intangibile nella sua umanità attrae istintivamente: è quel tipo di donna a cui lo schermo tutto dà pur senza aggiungere niente.

La commedia drammatica I passeggeri della notte diretta, senza troppe pretese, dal francese Mikhael Hers, non sfigura in un Concorso assai raffazzonato: mette in scena la ricostruzione di una famiglia sullo sfondo del primo settennato di Mitterrand (’81-’88) che avvolge il paese in un vento di speranza. Il lavoro in una trasmissione radiofonica notturna che ha tenuto compagnia nelle notti insonni è il primo passo di una risalita affrontata dalla protagonista con generosità. I figli crescono e a loro s’aggiunge di tanto in tanto una ragazza sbandata incontrata nella notte: una passeggera che lascia un segno ma che non travolge gli equilibri. Dopo tanti eroi disillusi una donna che sa scrivere in proprio la pagina bianca del suo futuro. Credibile fino in fondo solo grazie all’estro della Gainsbourg.

Call Jane diretto da Phyllis Nagy, già sceneggiatrice di Carol, mostra come il cinema americano sappia cavalcare l’onda dell’attualità senza abdicare all’efficienza del racconto e alle leggi dello spettacolo. La Corte suprema rischia oggi di ridurre il diritto all’aborto? Hollywood ravviva la memoria di come quel diritto fu acquisito più di mezzo secolo fa. Nei secondi anni Sessanta, Joy (Elisabeth Banks), bionda cotonata con marito avvocato in carriera e villetta nei sobborghi ricchi di Chicago – non insensibile alle montanti proteste giovanili – è messa davanti a un dilemma, perché la sua seconda gravidanza minaccia la sua vita. I medici rifiutano l’interruzione terapeutica; il marito si arrenderebbe al rischio ma Joy non si rassegna e “chiama Jane”, un numero per donne incinte poco propense a partorire, affisso sui volantini in giro per la città.

Dopo qualche tentativo andato a vuoto Joy ottiene quello che cerca ma intanto il suo spirito empatico le fa venire il desiderio di aiutare tante donne disperate. Mette su, all’insaputa del marito, una sorta di ambulatorio in cui lei stessa applica ciò che, con sofferenza, ha imparato. Call Jane lascia un naturale sapore agrodolce: alla fine del decennio la Corte accoglie la richiesta. Ma chi assicura che quel passato non possa riapparire in un prossimo futuro?