L’emozione Countach rvive dopo 50 anni fra ibrido e tecnologia

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di Giuseppe Tassi

Abituata a stupire fin dal 1971, Lamborghini Countach non perde il vizio. Anzi. Il nome deriva dalla storpiatura di un’espressione in dialetto piemontese, usata da un profilista al servizio del capo designer Marcello Gandini. Man mano che quella fantastica auto a forma di cuneo veniva alla luce, lui ripeteva l’esclamazione ’contacc!’ sinonimo di meraviglia e ammirazione. Dopo 50 anni quell’emozione si può toccare con mano, salendo sulla Countach LPI 800-4, riedizione in chiave moderna del bolide di Gandini. Un modello fedele all’originale, perfino nel colore bianco e intatto, con il muso da squalo, gli sportelli ad ala di gabbiano, la linea affilatissima schiacciata verso il basso, il posteriore che esprime forza e dinamismo. In più LP 800-4 offre alta tecnologia elettronica, uso massiccio della fibra di carbonio in molte parti della scocca e un sistema ibrido che moltiplica le qualità prestazionali dell’auto. Il motore termico (longitudinale posteriore) è un V12 da 6,5 litri e 780 cv. A questo si aggiunge l’elettrico da 48 volt, montato sul cambio, per una potenza di 814 cv. Il motore elettrico è alimentato da un supercondensatore che fornisce una potenza tre volte superiore rispetto a una batteria agli ioni di litio dello stesso peso. Il risultato è un ruggito potentissimo, figlio di un’altra era e un’accelerazione impressionante. Il baricentro bassissimo tiene l’auto incollata a terra e lo sterzo, pronto e diretto, la pilota con sicurezza anche fra gli stretti tornanti dell’Appennino modenese. Uscirà in soli 112 esemplari, già venduti, a 2,5 milioni di euro e destinati ai supercollezionisti del marchio del Toro. Un’emozione che continua.

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