Martedì 16 Aprile 2024

Le ultime storie di Pansa, un atto d'amore

“Il sangue degli italiani“: la moglie Adele Grisendi completa e pubblica le ricerche ancora inedite del giornalista scomparso a gennaio

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"Abbiamo percorso insieme tutto il nord Italia per raccogliere le centinaia e centinaia di testimonianze che negli anni hanno reso possibile il poderoso lavoro fatto attraverso i libri sulla guerra civile che ha attirato polemiche, accuse e insulti". Adele Grisendi, moglie di Giampaolo Pansa (scomparso a gennaio), ex sindacalista della Cgil non sempre allineata ed ella stessa scrittrice, non riesce a trattenere l’emozione.

Eppure ha il carattere di donna tutta d’un pezzo, lei cresciuta nella campagna di Montecchio di Reggio Emilia negli anni turbolenti delle lotte sindacali nell’Italia talentuosa del boom economico. Lui firmava i libri sull’altra faccia della Resistenza, li metteva insieme con la passione del cronista, lei era sempre lì accanto. Lavoravano insieme. Leggeva e rileggeva le bozze, lo aiutava a riannodare episodi e racconti dalla parte dei vinti che la storiografia ufficiale ha sempre tenuto in penombra.

"Nei lunghi viaggi fatti insieme io guidavo e lui telefonava, lavorava accanto a me. Poi a volte si addormentava stremato e a qualche centinaio di metri da casa, a San Casciano, lo scuotevo. Dai Giampaolo, svegliati. E lui: Ma come siamo già arrivati...?"

È uscito recentemente un altro libro che nonostante il titolo racchiude la storia d’amore di Giampaolo e Adele, fatta di impegno reciproco, studio, scrittura. Si chiama Il sangue degli italiani - 1943 1946, una storia per immagini della guerra civile (Rizzoli), quasi a chiusura della lunga saga di pubblicazioni che hanno raccontato le violenze e la voglia di rivoluzione dei partigiani rossi e che costò a Pansa l’accusa di revisionista nemico della Resistenza. "Accusa infondata – dice Adele Grisendi – perché quella era la sua parte, che però ha voluto raccontare anche negli aspetti più controversi. E io ho sempre condiviso tutto ciò che ha scritto".

Infatti molte pagine di quest’ultimo libro sono firmate da Adele Grisendi.

Nel Sangue degli italiani, dotato di numerose fotografie inedite, compaiono le storie di partigiani e civili senza colpa massacrati dai nazifascisti nel rastrellamento della Benedicta nella Val di Stura nell’aprile 1943, l’eccidio di Pedescala in Valdastico da parte soldati tedeschi in fuga nel 1945, i preti giustiziati dai partigiani comunisti a guerra finita soprattutto in Emilia Romagna e in altri luoghi, fra cui Spazzate Sassatelli di Imola, la Collegiata di San Giovanni in Persiceto (Bologna), Dosso di Sant’Agostino nella pianura a perdita d’occhio di Ferrara. Poi ancora il massacro di Porzus vicino a Udine dove i guerriglieri comunisti assassinarono i partigiani cattolici.

Nell’introduzione tornano le parole della liturgia di Giampaolo Pansa cronista della storia. "Il racconto che sino ad oggi abbiamo fatto della Resistenza dovrebbe essere riscritto da cima a fondo. Perché è in gran parte falso". Una tesi sostenuta fin da quando a 23 anni, nel 1959, intervenne a un convegno sulla Resistenza.

Lo scrittore ha voluto dar voce, nel racconto dell’Italia del 1943- 1946, anche agli sconfitti. Ha portato alla luce ciò che la storia ufficiale taceva: le uccisioni dei fascisti prigionieri da parte dei partigiani durante la guerra civile, le vendette dei vincitori dopo la Liberazione, le barbarie delle violenze sulle donne accusate di essere state vicine ai fascisti. Le immagini sfuocate e in bianco e nero del Sangue degli italiani sono la scenografia da cui emergono i fantasmi della guerra civile feroce dall’una e dall’altra parte e della scia di massacri dei soldati tedeschi in ritirata.

E se in queste pagine, come dicevamo, affiora il legame di una vita a gennaio uscirà il racconto vero. "È un libro che ripercorre la storia mia e di Giampaolo, sentimentale e professionale, la nostra vita", dice Adele. E per l’emozione che ancora sopraggiunge si ferma qui.

 

 

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